Jörg Mathieu, uno dei fondatori del team del Nautic discovery, racconta com’è andata l’operazione.
BRISSAGO - «Con un dito saresti in grado di passare attraverso il legno dello scafo». Con questa efficace immagine Jörg Mathieu, uno dei fondatori del team del Nautic discovery, descrive lo stato del "Mercedes", imbarcazione ritrovata dai “cacciatori di relitti” a inizio mese a circa 270 metri di profondità al largo di Brissago. «Il nostro obiettivo - premette Mathieu - era la torpediniera T19 (affondata nella stessa zona di lago nel gennaio del 1896 ndr), ma poi abbiamo trovato qualcosa di altrettanto interessante».
La storia - Dopo aver speronato la fiancata della nave Magnolia, il 9 luglio 1928 il "Mercedes" venne inghiottito dal lago Maggiore, portandosi con sé l’ingegnere, allora 22enne, Ferdinando Vigini, unica vittima di quel tragico incidente. Solo grazie ai coraggiosi sforzi di un militare della Guardia di Finanza, che era sulla Magnolia, furono salvate le altre persone a bordo (sette passeggeri e un marinaio).
Non venne mai trovato - Nessuno, in tutto questo tempo, è mai riuscito a localizzare l’imbarcazione. Ma, dopo quasi 96 anni, a inizio marzo il battello è stato scovato dal team del Nautic discovery, gruppo che si dedica al ritrovamento di relitti mai localizzati in precedenza, in Svizzera e all’estero. La ricerca è stata condotta da sei persone con l’utilizzo di tecnologia avanzata, come sonar ad alta risoluzione e l’impiego di un ROV.
Non è recuperabile - «A prima vista - continua Mathieu - il legno del relitto sembra davvero in buone condizioni. Ma, dopo così tanto tempo in acqua, puoi passarci attraverso con un dito. Per me, è impossibile tirarlo fuori dall’acqua». Le ricerche per il torpediniere, obiettivo originale della spedizione, proseguiranno, «ma non a breve».