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CANTONEI farmaci ora si comprano oltreconfine

11.07.24 - 06:30
I più richiesti sono quelli per dormire. Il portavoce dei farmacisti Federico Tamò: «Meno medicine a disposizione, impariamo a conviverci».
Davide Giordano e Ti Press
I farmaci ora si comprano oltreconfine
I più richiesti sono quelli per dormire. Il portavoce dei farmacisti Federico Tamò: «Meno medicine a disposizione, impariamo a conviverci».

BELLINZONA - I clienti ticinesi nelle farmacie di oltreconfine non mancano. Complice è la penuria di farmaci che ormai da diverso tempo non permette ai negozi elvetici di garantirsi un adeguato approvvigionamento. «Anche questa mattina sono stati tre o quattro i pazienti svizzeri», afferma a tio/20 Minuti una dipendente della Farmacia Sant’Agata di Ponte Chiasso. «In particolare richiedono Temesta (un ansiolitico assunto spesso per dormire, appartenente alla categoria delle benzodiazepine, ndr), e Lanoxin», medicinale regolatore del battito cardiaco ormai inesistente sul mercato svizzero. «D’altro canto - prosegue - in Italia alcuni sono introvabili, come ad esempio Mycostatin, un antimicotico orale. Da voi, in Svizzera, c’è. Seppur non indispensabile». Lo stesso andamento viene riscontrato nella Farmacia di Bizzarone, situata giusto a poco più di un chilometro dalla dogana. «Le richieste ci sono e riguardano - persino in questo caso - soprattutto farmaci per dormire. Così come antipertensivi».

Turismo dell'acquisto - Una situazione che non sembra preoccupare più di quel tanto i farmacisti ticinesi. «In questi mesi - spiega a Tio/20 Minuti Federico Tamò, portavoce dell'Ordine dei farmacisti del Cantone Ticino (Ofct) - si è assistito a una sorta di turismo degli acquisti per i medicinali, un fenomeno che però si è riscontrato pure al contrario. Quindi pazienti italiani che a volte vengono in Svizzera ad approvvigionarsi». Quante siano le “perdite” per il Ticino è difficile da quantificare: «Quello che non passa in farmacia non lo vediamo. Però, sì, effettivamente ci sono alcuni farmaci non disponibili che si trovano ancora oltreconfine». Questo perché «i mercati, fortunatamente, non rispondono tutti allo stesso modo».

Approvvigionamento teso per antibiotici e antidolorifici - A mancare attualmente sono specialmente quelli «a basso costo. Abbiamo un approvvigionamento sempre molto teso per antibiotici e antidolorifici che tuttavia stiamo garantendo, attraverso l’impegno da parte delle farmacie alla dispensazione frazionata: in sostanza al paziente diamo solo il numero esatto di compresse necessarie alla cura. In questo modo si riesce a stare a galla, ma non rappresenta una misura a lungo termine».

Mancano i farmaci, impariamo a conviverci - Intanto all’orizzonte il sereno non si intravede, «piuttosto - dice senza mezzi termini Tamò - dovremo imparare a convivere con questa realtà. La difficoltà di approvvigionamento dei farmaci è reale». Tiene a sottolineare che «riguarda tutti i principali Paesi occidentali che per ragioni politiche o economiche hanno delocalizzato negli anni la produzione, rendendo intere catene più fragili».

I farmaci si piazzano dove è più conveniente - Ad aggravare ulteriormente il tutto, la piccola dimensione del mercato svizzero che incide sui volumi. Ci sono poi «da tenere in considerazione i costi per la registrazione dei farmaci, ricorrenti ogni cinque anni. In altre parole - prosegue nella sua analisi - investire su un mercato da sessanta milioni di pazienti potenziali rispetto a uno da nove è ben diverso per chi deve avere un ritorno economico dal prodotto commercializzato». Perché, allora, anni fa quando il mercato era ancor più piccolo questi intoppi non si verificavano? «Ovviamente quando c'era abbondanza di tutto non era un problema; dal momento che i farmaci sono meno, le case farmaceutiche li piazzano dove è più interessante per loro».

Possibili soluzioni - Quindi, quali soluzioni rimangono? «Si dovrebbe trovare un modo per garantire degli approvvigionamenti più sicuri - dice il portavoce dell’Ofct -. Ma, per questo, è necessaria una discussione a livello politico e sociale». E conclude con una domanda: «È più importante avere sempre un determinato farmaco a disposizione e a un maggiore costo per permettere una produzione locale, oppure preferiamo avere i farmaci con il prezzo meno caro possibile senza la garanzia di averlo a disposizione quando ne abbiamo bisogno?».

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