Dal sole di una vacanza a Napoli alla buia e tempestosa serata mesolcinese. Il venerdì nero che ha cambiato la vita del sindaco Giudicetti.
LOSTALLO (GR) - Se lo ricorderà a lungo quel venerdì 21 giugno. Nicola Giudicetti, sindaco di Lostallo, era appena tornato da una vacanza di una settimana a Napoli. La moglie quella sera era impegnata a Bellinzona al concerto della cantante Annalisa. Per lui si prospettava una serata tranquilla. Tanto che stava già per mettere la cena in forno. Poi la pioggia. Che si intensifica. E cade. E cade. E cade ancora. «Verso le sette e un quarto ho deciso di fare un giro. Per capire la situazione».
«Pensavo di essere nel cuore della notte» – Ricordi di una serata che la Mesolcina non scorderà mai. È la serata che spazzerà via tre vite nella frazione di Sorte. Sono le ore in cui, all'altezza di Soazza, circa 200 metri dell'autostrada A13 crolleranno gradualmente a causa della Moesa che di colpo esce dal suo letto. «Erano solo le sette e mezza e pensavo che fosse buio – ricorda Giudicetti –. Sì, avevo proprio la sensazione di essere nel cuore della notte».
L'ora in cui salta la corrente – A oltre due settimane dal disastro la memoria del sindaco è impregnata di sensazioni forti. «Quando mi sono accorto che c'era acqua dappertutto ho chiamato gli altri municipali. Alle 19.40 ero in Municipio. È lì che è saltata la luce. E nello stesso istante è venuta giù la frana di Sorte. E pensare che ero passato di lì un quarto d'ora prima e tutto pareva ancora tranquillo».
Danni per 38 milioni – Lostallo nel frattempo ha fatto la conta dei danni che ammontano a circa 38 milioni di franchi. «Due grotti e un Bed & Breakfast sono in grossa difficoltà. Così come diversi agricoltori sono confrontati con terreni pieni di detriti e sassi. In alcuni casi non si sa nemmeno come sarà la copertura assicurativa. Allo stesso tempo constatiamo tanta solidarietà. Anche dal profilo economico con le varie raccolte fondi».
Il corpo non ancora trovato – L'economia però non è tutto. Anzi. Il nubifragio di quella sera si è portato via tre vite. Ufficialmente solo due, perché il terzo corpo non è mai stato trovato finora. «E questo dettaglio mi fa paura. Mi angoscia. Le ricerche vanno avanti. È chiaro che tutti speravamo di trovare il corpo prima. È tutto drammatico».
I due ragazzi rimasti orfani – Sempre a Sorte due giovani sono rimasti orfani nel breve volgere di pochi minuti. E senza una casa. «Con i ragazzi abbiamo parlato. Sembrano avere le forze di reagire. In questo momento necessitano di grande affetto». La loro mamma è stata trovata. Il papà non ancora. «Allo stesso tempo penso che i due giovani stiano prendendo consapevolezza che la loro vita andrà avanti e che vale la pena viverla. C'è stata anche una raccolta fondi specifica per loro organizzata da amici. Tutto questo trasmetterà loro forza».
«Ci sono rimasto male per l'Alta Vallemaggia» – Il sindaco mesolcinese passa poi alla tragedia che ha colpito l'Alta Vallemaggia nell'ultimo weekend di giugno. Una settimana dopo il dramma di Sorte. «Ci sono rimasto male. Mi sono detto che ora succedeva a loro quello che era accaduto a noi. In modo ancora più amplificato visto che a livello di territorio colpito, di morti e di dispersi la catastrofe valmaggese è più ampia. Ho scritto ai sindaci di Cevio e Lavizzara. Di persona non li conosco, ma un giorno potremmo trovarci tutti insieme. Potrebbe servire».
«Non temo di essere abbandonato» – Qualcuno ipotizza che il disastro dell'Alta Vallemaggia possa avere offuscato, di fronte all'opinione pubblica, quanto accaduto in Mesolcina. Giudicetti replica: «Macché. Chi pensa che temiamo di essere abbandonati si sbaglia. Non è un nostro timore. Siamo uniti nelle disgrazie».
Energia positiva – Dopo diverse notti in bianco Giudicetti è tornato a dormire. «Alla sera vado a letto stanco. Ma ora chiudo occhio – ironizza –. È anche grazie alla tanta voglia di ricominciare che percepisco. L'autostrada A13 ricostruita parzialmente in poche settimane ne è una prova. Attorniati da questa energia come potremmo sentirci abbandonati?»