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CANTONESe Berna valuta i tagli, la SUPSI trema: «A rischio vent'anni di progressi»

21.10.24 - 12:31
Il nuovo quadriennio dell'ateneo ticinese fra slancio e preoccupazione, Gervasoni: «Rifarsi sugli studenti alzando la retta? Impossibile».
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Se Berna valuta i tagli, la SUPSI trema: «A rischio vent'anni di progressi»
Il nuovo quadriennio dell'ateneo ticinese fra slancio e preoccupazione, Gervasoni: «Rifarsi sugli studenti alzando la retta? Impossibile».

VIGANELLO - Rispondere, attraverso la propria offerta formativa, alle (crescenti ed evidenti) necessità del territorio con un "ostacolo" che non può non preoccupare, ovvero l'intenzione di Berna di chiudere "i rubinetti" dei sussidi per gli atenei.

Si presenta caratterizzata da questo chiaroscuro la strategia per il prossimo quadriennio (2025-2028) della SUPSI.

Da una parte, quindi, un ambito d'azione chiaro e strategico per rispondere «alle sfide globali con cui la società sarà confrontata e che hanno già iniziato a manifestarsi», a cui SUPSI vuole «rispondere (...) attraverso l'ulteriore sviluppo dei suoi mandati».

I temi "caldi" per il futuro professionale (anche) nostrano evidenziati da SUPSI sono la sanità e invecchiamento demografico con la garanzia di un afflusso sufficiente di professionisti del settore, il settore edile/urbanistico con l'adeguamento energetico degli stabili per ridurre le isole di calore, la salute pubblica intesa olisticamente (pandemie, epizoozie), la robotica (intelligenza artificiale, sicurezza informatica) e lo sviluppo sostenibile.

ZAFGiovanni Merlini (a sinistra) e Franco Gervasoni (a destra) durante la conferenza stampa di presentazione del quadriennio di questo lunedì.

Dall'altra ci sono le ombre che arrivano da Palazzo federale, soprattutto dà «adito a serie preoccupazioni» il rapporto del think-tank mobilitato dal Consiglio Federale per trovare soluzioni di austerity per risparmiare fino a 5 miliardi di franchi. Fra le misure paventate, ce ne sono diverse che toccano da vicino l'ambito universitario e la ricerca.

Proprio quest'ultima, ci tiene a puntualizzare il Presidente del Consiglio SUPSI Giovanni Merlini, «è da sempre uno dei nostri punti di forza», questo perché, «una scuola come la nostra deve giocare d'anticipo e prevedere, e intercettare, le nuove sfide del presente».

Un approccio e una strategia che, in questi anni, hanno funzionato: «A un anno dalla laurea il 92% di chi si è laureato presso di noi lavora, o decide di continuare a studiare», aggiunge Merlini, «questo non può che essere un buon segnale, anche considerando che l'83% resta a lavorare in Ticino».

Una Scuola fra la gente
Fra gli obiettivi dichiarati di SUPSI, sempre più presente all'interno del territorio urbano cantonale, c'è quello di aprire - metaforicamente ma non solo - le sue porte alla popolazione. «I nuovi spazi hanno portato ad un sensibile aumento del numero di eventi rivolti alla comunità accademica e lla cittadinanza, con cicli di divulgazione e attività destinate a tutte le fasce di età e di pubblici». La volontà - ipotetici tagli permettendo - nei prossimi anni è quella di aumentare questa offerta, coinvolgendo anche le aziende del territorio.

Tornando a parlare di numeri, e delle preoccupazioni del sopracitato rapporto consegnato al Consiglio Federale: «Va detto che, al momento, il contesto politico e finanziario in ambito cantonale sono ottimi», spiega Merlini, «è vero però che i segnali che arrivano da Berna non possono non destare qualche preoccupazione».

Questo perché, anche se è vero che le misure di austerity proposte dagli esperti federali sono tutt'altro che realtà, la loro natura è tale da rischiare di scuotere la Scuola Universitaria Professionale in maniera strutturale: «Considerando l'aspetto finanziario rischiamo di perdere 8 milioni all'anno, ma è solo una parte dell'importante danno che la strategia di SUPSI potrebbe subire. Il rischio è quello che si rimetta in discussione il lavoro fatto almeno negli ultimi 20 anni. Un progresso, questo, che rischierebbe di svanire».

Merlini parla di «misure draconiane» che rischiano «di mettere in crisi il federalismo non solo universitario» in uno scenario dove gli atenei di tutta la Svizzera si sfideranno per ottenere i sussidi: «Ma per ora, va detto, la discussione parlamentare è incoraggiante e siamo fiduciosi. Noi, in ogni caso, ci stiamo già muovendo per farci trovare pronti».

«“Rifarsi” sugli studenti aumentando la retta? Impossibile e controproducente», ribadisce il Direttore generale SUPSI Franco Gervasoni, «sempre più studenti chiedono già di rateizzarla, e molti di loro già lavorano per pagarsi gli studi».

«Per far fronte all'ipotetico mancato contributo federale si dovrebbe quadruplicarla, in alcuni casi si arriverebbe a 6'400 franchi a semestre», continua Merlini, «capite da soli che la faccenda diventa paradossale».

Prossime fermate: Besso, Bellinzona, Lugano e (ancora) Mendrisio
Studenti e laboratori hanno bisogno di spazi, per questo SUPSI prevede di continuare nei prossimi anni la sua espansione sul territorio cantonale con diversi nuovi "step". Fra questi ci sono la CIttà della Musica di Lugano-Besso, una nuova sede a Bellinzona (nel Quartiere Officine/Parco dell'innovazione), il Campus Lugano Stazione così come al Campus Gemello in quel di Mendrisio. «Altre potenziali opzioni sono in fase di valutazione, ma la condizione essenziale rimane la vicinanza alle reti del trasporto pubblico», conferma SUPSI. In ogni caso la strategia logistica verrà presentata «nel corso dei primi mesi del 2025».

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