Le nuove misure Covid hanno praticamente congelato i corsi per moltissimi giovani, le ragioni de Comitato SAT
LUGANO - Una presa di posizione perentoria rispetto alle nuova ordinanza Covid che non nasconde un grido d'allarme, quello del Comitato SAT che raccoglie tutte le scuole delle arti sceniche del territorio.
Il motivo riguarda l'impossibilità di tutti gli over 16 di partecipare ai corsi a meno di non presentare un Certificato 2G o 2G+ (a dipendenza della disciplina). Per questo molti di loro: «hanno dovuto interrompere la loro formazione artistica», scrive in una nota il Comitato che ritiene «comprensibili» le giustificazioni dell'Ufsp pur restando critico riguardo a diversi punti.
Soprattutto si «deplora il fatto che siano sempre le stesse categorie a dover subire le maggiori conseguenze di queste decisioni e, purtroppo, nonostante qualche aiuto cantonale ricevuto, sono sempre di più le scuole artistiche che rischiano di dover chiudere definitivamente la propria attività», e già diverse per questo 2021 hanno deciso di sospendere le loro attività.
La chiusura resta un rischio concreto sul lungo termine, anche perché «sono decine di migliaia gli allievi di tutte le età che seguono un percorso formativo artistico in Ticino (teatro, danza, musica e canto, musical) e centinaia sono gli insegnanti assunti regolarmente dalle scuole del Cantone». Insegnanti, anche loro, danneggiati economicamente dalla recente “stretta”.
Fra le soluzioni proposte dal Comitato, quella di ritenere valido anche il semplice tampone negativo fatto prima della lezione che viene ritenuto «sufficiente per garantire loro il prosieguo del loro percorso didattico e garantire una buona sicurezza a livello di piano di protezione sanitario delle scuole».
Altro nodo da sciogliere riguarda gli insegnanti, che dovrebbero mostrare un certificato 2G, una cosa che le SET ritengono «discriminatorio», in quanto «sarebbe il primo caso in Svizzera dove una categoria deve obbligatoriamente vaccinarsi per lavorare. Ci chiediamo se ciò sia legalmente possibile».
Da qui l'apertura al dialogo, con il DECS per trovare delle soluzioni «che possano tutelare il prosieguo della nostra attività didattico-formativa anche perché», conclude il Comitato,« se cosi non fosse rischieremo di avere una generazione di giovani che non avranno potuto fare arte (e/o sport) e un cantone con molte meno scuole artistiche».