Una notte all'addiaccio e forse la paura di allertare le Autorità. Lo sgomento del sindaco eletto: «Sia fatta chiarezza»
ROVEREDO (GR) / BELLINZONA - Avrebbe iniziato a stare male sabato, peggiorando man mano nel corso delle ore. Gli accertamenti medico legali dovranno far luce su quanto accaduto, ma si moltiplicano le testimonianze dei presenti al rave costato la vita a una 19enne del luganese.
Una notte all'addiaccio - Più fonti confermano che la ragazza avesse assunto stupefacenti, probabilmente ketamina, un potente anestetico dagli effetti psichedelici. Quindi il malore e lo sballottamento di questa giovane, sempre più tra la vita e la morte, in un posto dove potesse riprendersi. Almeno nelle speranze di chi era lì ad assisterla. Stando a nostre fonti sarebbe stata portata prima vicino a un falò, per riscaldarsi, poi all'interno di un furgone. A tratti avrebbe dato l'impressione di riprendersi, per poi ricadere però in uno stato di semi-incoscienza.
La paura delle conseguenze - L'idea di chiamare i soccorsi sarebbe stata bocciata dagli organizzatori dell'evento al quale, a quanto pare, erano presenti anche diversi minorenni. L'arrivo delle autorità avrebbe forse guastato la festa o, peggio, messo in seria difficoltà chi aveva assunto droga o ne era in possesso. Insomma, si è scelto di attendere.
In quel luogo così difficile da raggiungere - un’oretta a piedi per arrivare alla diga della Roggiasca di Roveredo - sono andate gradualmente affievolendosi le possibilità di salvare la ragazza.
Responsabili cercansi - Col senno di poi, si vanno ora cercando responsabilità. Tra i presenti alla festa c'è pure chi punta il dito contro la polizia, che avrebbe effettuato dei controlli sui furgoni dei vari avventori e quindi sembra fosse al corrente della festa. Contattata, la polizia grigionese ha solo confermato quanto ormai noto: la giovane è stata accompagnata da terzi all'ospedale San Giovanni Bellinzona e qui è morta domenica sera. Insieme al pubblico ministero, si sta indagando sulle cause del decesso.
La notizia ha intanto sconvolto la tranquillità della cittadina del Moesano. «Sapevamo che in passato Lostallo aveva accolto feste di questo tipo, però autorizzate. Ma mai la diga della Roggiasca. Anche perché inerpicata a circa 1000 metri, non è facilmente raggiungibile. Per non parlare delle temperature, che non credo siano state di molto sopra lo zero», spiega al telefono Gianpiero Raveglia, sindaco eletto di Roveredo.
La "festa selvaggia" finita male - La «festa più selvaggia di sempre», come recita la chat circolata tra gli habitué, ha disatteso le aspettative. Doveva essere un party senza «presi male» dove «ci si diverte a bestia e si sorride tutti assieme». E invece questo sorriso si è spento così come una giovane vita.
La preoccupazione - In quel di Roveredo, ovviamente, c'è preoccupazione. «Anche perché - conclude Raveglia - sembra che a portare la ragazza in ospedale siano stati dei mesolcinesi. Insomma, a quella festa c'erano dei nostri ragazzi. Spero che si chiariscano i fatti e se ci sono delle responsabilità che vengano portate a galla».