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CANTONE«Diamo mano libera ai Comuni»

08.05.20 - 10:46
Meno vincoli nella gestione finanziaria, per far fronte alla crisi post-Covid: lo chiede un'interrogazione
tipress
Palazzo delle Orsoline.
Palazzo delle Orsoline.
«Diamo mano libera ai Comuni»
Meno vincoli nella gestione finanziaria, per far fronte alla crisi post-Covid: lo chiede un'interrogazione

BELLINZONA - Lasciare mano (un po' più) libera ai Comuni, per gestire la crisi economica post-Covid. È quanto chiede una mozione presentata venerdì dai parlamentari del PPD a Palazzo delle Orsoline. 

L'iniziativa, firmata dalla deputata Sara Imelli assieme a quattro compagni di partito (Fiorenzo Dadò, Alessio Ghisla e Giovanni Berardi), vuole far fronte alle minori entrate fiscali «previste per i prossimi anni da diversi studi nazionali e internazionali» a seguito della pandemia da coronavirus.

Come? Dando agli enti locali maggiore autonomia nella gestione dei conti. Il rischio altrimenti è che i Comuni mettano mano alle forbici, scrive Imelli, «bloccando gli investimenti e riducendo il personale». Provvedimenti che «andrebbero ad aggravare ancor di più la crisi economica e ad indebolire le fasce più deboli». La mozione chiede quindi al governo di intraprendere una serie di passi concreti. Attraverso deroghe finanziarie e freni ai moltiplicatori d'imposta. 

Le richieste del PPD al Consiglio di Stato:

- Prevedere un’applicazione meno severa e con più deroghe all’art. 2 del regolamento sulla gestione finanziaria dei comuni, ad esempio con un lasso maggiore di 4 anni per tornare in pareggio di bilancio e in positivo con il capitale proprio;

- Si tenga conto nell’applicazione dell’art. 2 della negativa evoluzione del gettito fiscale a causa dell’attuale crisi economica, evoluzione purtroppo indipendente dall’agire in materia finanziaria ed economica dei Municipi.

- La Sezione Enti Locali analizzi caso per caso i Comuni che dovessero scivolare a capitale proprio negativo ed imponga l’aumento del moltiplicatore di imposta solo laddove i Municipi non dimostrino di aver messo in campo tutte le misure possibili e ragionevoli di contenimento finanziario, senza penalizzare i servizi di base al cittadino, o di non aver voluto aderire a progetti aggregativi volti a migliorare la propria situazione finanziaria.

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