Il presidente PS Lugano risponde agli attacchi a Bertoli sul Mattino: «Disinformazione che sfrutta la paura del virus»
LUGANO - Tra Lorenzo Quadri e Raoul Ghisletta è scontro. O meglio, è il granconsigliere e presidente PS Lugano a rispondere duramente dopo gli «attacchi gratuiti (comparsi quest'oggi sul Mattino della domenica) al consigliere di Stato Manuele Bertoli e ai 16 consiglieri comunali che hanno interrogato il Municipio sulla riapertura delle scuole a Lugano».
Per Ghisletta, il municipale leghista starebbe infatti «sfruttando in modo vergognoso la paura del coronavirus per denigrare quanto le autorità stanno cercando faticosamente di ricostruire» (nell'articolo comparso sul domenicale leghista si parla di "direttive-ciofeca, contorte e contraddittorie" che favorirebbero confusione).
«Spalleggiato dal sindaco - incalza il presidente PS Lugano - , Quadri ha superato ogni decenza, seminando la paura e chiamandosi fuori da ogni responsabilità sulla riapertura parziale e prudentissima delle scuole dell’obbligo ticinesi». «Troppo facile visto che gli istituti scolastici hanno un’ampia autonomia nelle modalità di riapertura e che lui è il capo dicastero del maggiore istituto scolastico ticinese. Come verranno applicate le misure di sicurezza per gli allievi e i docenti dipende ovviamente anche da lui e di questo se ne deve preoccupare, visto il suo ruolo di capodicastero formazione (peraltro ricandidato per un nuovo mandato)».
Ghisletta sottolinea pure come Quadri abbia omesso di scrivere che la proposta del Dipartimento sulla riapertura è stata elaborata con il concorso del sindaco di Capriasca, Andrea Pellegrinelli e di altri rappresentanti comunali: «la maggioranza dei rappresentanti dei comuni partecipanti al gruppo di lavoro ha avallato la proposta finale del DECS. Altro che diktat!».
Per il granconsigliere socialista, contrariamente a quanto afferma Quadri, il carattere obbligatorio della ripresa scolastica in presenza, sancito per le scuole elementari, non sarebbe segno di confusione del DECS. «Le istituzioni scolastiche non prenderanno sanzioni contro i genitori che non invieranno i ragazzi a scuola, ma li sensibilizzeranno sull’importanza della frequenza della scuola in presenza. Le famiglie che non invieranno i figli a scuola non avranno infatti più diritto all’insegnamento a distanza e quindi i loro ragazzi non potranno progredire scolasticamente, oltre al fatto importante che non potranno riprendere contatto diretto con i compagni e i docenti. Infatti a partire dall’11 maggio la scuola a distanza sarà impossibile da organizzare e implementare per i docenti impegnati nella scuola in presenza».
Ghisletta conclude inviando il municipale leghista a rispondere all’interrogazione del 3 maggio firmata da 16 consiglieri comunali di tutti i partiti (salvo Lega-UDC) di Lugano, e che chiedeva informazioni sull'apertura della refezione alla scuola dell’infanzia, delle mense della scuola elementare, come pure delle colonie estive diurne e i servizi di accudimento dei bambini per le famiglie luganesi durante la prossima estate. La stilettata e servita alla fine: «Capodicastero Quadri, invece di disinformare sia dia finalmente da fare seriamente!».