Il Municipio conferma la recrudescenza: «In pochi mesi più del doppio dei casi di tutto il 2022». Chiesto un gruppo di lavoro con il Cantone
LUGANO - «La Divisione Polizia ha constatato una recrudescenza di questo fenomeno, con comportamenti che diventano vieppiù molesti e fastidiosi per i cittadini». La città di Lugano, rispondendo a un'interrogazione firmata dal gruppo della Lega dei Ticinesi in consiglio comunale (primo firmatario Andrea Sanvido), conferma che i casi di accattonaggio sono in aumento e che «sono in corso riflessioni» che consentano di «far capo ad altri strumenti normativi per arginare o contenere il fenomeno».
Dopo un calo progressivo, anno dopo anno, culminato nel minimo del 2020 (con sole 7 contravvenzioni), il primo anno della pandemia di Covid-19, l'accattonaggio sulle rive del Ceresio - come sta avvenendo anche in altre città svizzere - ha rialzato la testa. A dimostrarlo sono «le cifre, che evidenziano come durante i primi quattro mesi dell'anno i casi constatati sono più del doppio rispetto a quelli registrati durante tutto il 2022», confermano da Palazzo Civico.
I numeri: 27 casi in totale nel 2022; 56 i casi già trattati nei primi mesi del 2023. E le contravvenzioni da sole possono fare poco. «Purtroppo lo strumentario a disposizione delle autorità si dimostra essere inefficace» e «spesso queste persone restano di fatto impunite, poiché le procedure sono macchinose»; oltre al fatto che «gli autori affermano di non avere i mezzi per pagare le multe comminate e non appena terminato il controllo, rispettivamente l'intimazione ai sensi della Legge sull'ordine pubblico, ritornano sulla pubblica via a chiedere la questua».
Il trend degli anni passati
Ma, come detto, alcune riflessioni sono in corso. «Altri Cantoni comminano divieti di entrata, che risultano ben più efficaci. A tal fine è però necessario l'intervento del Ministero Pubblico», si legge nella risposta. La Polizia non può quindi avviare questo tipo di provvedimento per conto proprio. E in questo senso, conclude il Municipio, la Capo Dicastero sicurezza e spazi urbani, Karin Valenzano Rossi, «ha richiesto l'attivazione di un gruppo di lavoro che coinvolga anche il livello cantonale».