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CANTONEL'Udc lancia il "decreto Morisoli bis"

10.09.24 - 10:47
La nuova iniziativa parlamentare permetterebbe, secondo il partito, di frenare la crescita della spesa pubblica per il 2027.
TiPress
Fonte Udc
L'Udc lancia il "decreto Morisoli bis"
La nuova iniziativa parlamentare permetterebbe, secondo il partito, di frenare la crescita della spesa pubblica per il 2027.

BELLINZONA - Scatta il "decreto Morisoli bis". L'UDC ha presentato questa mattina un'iniziativa parlamentare per correggere le finanze cantonali e frenare la spesa pubblica.

«Governo e Commissione finanze sono in alto mare per il Pareggio dei conti entro il 2025. L'UDC propone una via alternativa all'attendismo dei partiti e ai tagli lineari dell'ultimo minuto dei consiglieri di stato. Ecco il “Decreto Morisoli bis” per un freno immediato della crescita della spesa fino a fine 2027 anziché ricorrere a tagli di corto respiro», si legge in un comunicato.

Ricordiamo che il decreto Morisoli, votato il 15 maggio 2022 dal popolo ticinese, concerne il pareggio del conto economico entro il 31 dicembre 2025.

«Per il Preventivo 2024 il Consiglio di Stato, all’ultimo minuto, presentò una serie di tagli lineari in gran parte inattuabili per imprecisione, tempismo e sensibilità del momento».

«Il Gran Consiglio peggiorò la situazione, annullando molte di quelle misure e aggiungendo ulteriori spese. Così si allontanò notevolmente la probabilità di rispettare il Decreto di pareggio 2025 voluto dal Popolo, compromettendo parecchio il clima per ulteriori negoziazioni. Il paese ha reagito male sia alle misure di risparmio sia al metodo adottato dal governo. Pare che il percorso per il Preventivo 2025 non sia diverso, quindi l’UDC offre un piano B al Governo e al Parlamento in caso di fallimento – come si prevede – nel raggiungimento del Pareggio dei conti con il Preventivo 2025».

Ma in cosa consiste il nuovo decreto? Si sposta soltanto il termine di due anni? «No, l'iniziativa propone una procedura per raggiungere il pareggio dei conti. In particolare, mantiene tutti i vincoli del decreto in essere, quindi nessun aumento di imposte, né riversamento di oneri sui Comuni, né tagli degli aiuti diretti alle persone bisognose; e introduce il novum del vincolo della crescita percentuale massima e annuale 2025-2027 per le spese del personale, dei beni e servizi e dei sussidi. In questo modo si esce dalla logica degli attuali tagli lineari di cortissimo respiro e si procede con scelte selettive di crescita differenziata per le voci di spesa all’interno di un “plafond budgetaire”, quest’ultimo sempre superiore anno per anno e in crescita dal 2025 al 2027. La spesa generale cresce e le spese oggetto del Decreto bis pure, ma in quantità limitata e inferiore rispetto alla crescita esposta a Piano finanziario per gli anni a venire».

La proposta non raggiunge da sola lo scopo del pareggio dei conti, «ma lo fa unita ai classici esercizi di limatura annuale da parte del Governo e in parte anche con un maggior gettito di imposte “naturale” e proventi da terzi oggi sottostimati a Piano finanziario».

Quanto proposto dall’UDC «è uno strumento indispensabile per mantenere alta la pressione sulla spesa e per garantire un certo rigore di disciplina finanziaria. Non da ultimo la proposta intende essere complementare a tutto quello che Governo e Parlamento metteranno in campo per rispettare i parametri di legge previsti per il freno all’indebitamento».

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