Dita puntate contro le alte sfere della politica. E si propongono soluzioni
LUGANO - Nonostante fossero attesi, gli aumenti comunicati per il Ticino hanno generato una sequela di reazioni. Da parte della politica, ma non solo. Il tenore è più o meno unanime: quella dello sconcerto.
«Ulteriore peso sulla popolazione» - Sconcertati si sono detti infatti i socialisti. L’ennesima esplosione dei premi di cassa malati «graverà ancora di più sulla popolazione». Un «triplo schiaffo alla popolazione», così viene definito. «Oltre alla stangata dei premi di cassa malati, proprio ieri il Consiglio di Stato ha pubblicato il preventivo 2025 in cui propone di tagliare 10 milioni ai sussidi di cassa malati, togliendo così questo importante sostegno a 2'700 persone con figli. Stamattina il Consiglio degli Stati a Berna ha invece approvato una mozione per aumentare la franchigia minima, vuole significa far pagare di più le persone con malattie croniche ed anziane. Non possiamo stare zitti di fronte a questo triplo schiaffo alla popolazione». Per il PS Ticino è giunto il momento di «far sentire la propria indignazione». L'appuntamento è per mercoledì 2 ottobre, alle ore 18, in piazza Nosetto a Bellinzona. «È giunto il momento di dire chiaramente: ora basta, serve una cassa malati unica e pubblica con premi in base al reddito!».
«Sistema irriformabile e fuori controllo» - L'annuncio dell'aumento dei premi malattia indigna anche il Partito comunista che definisce ormai le casse malati «un sistema irriformabile e fuori controllo», un risultato dovuto «non certo perché i cittadini hanno la “cattiva” abitudine di farsi curare, come invece vogliono far credere la destra e le lobby delle assicurazioni sanitarie».
Anche i comunisti se la prendono con chi occupa le alte sfere del Governo: «Si sta prendendo per sfinimento la popolazione, ma questa - quando non ne potrà più - si rivolterà verso una classe politica inetta che occupa gli scranni della politica federale senza però alcuna volontà di cambiare il sistema. Esso non si lascia ormai più riformare, occorre rivoluzionare la situazione: il che significa vietare tout court la giungla delle casse malati private che oggi lucrano sulle malattie della popolazione e che incamerano riserve indecenti. Occorre una cassa malati unica, pubblica e coi premi proporzionali al reddito».
«Ritornello fin troppo familiare» - Per i Liberali radicali quello degli aumenti è un «ritornello fin troppo familiare». E anche il PLR è certo che questi «andranno a scapito delle famiglie e del ceto medio».
Pure su questo fronte c'è una ricetta pronta per curare il problema: «Il finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e ospedaliere, che sarà sottoposto al voto a novembre, è una proposta concreta per ridurre i costi della sanità e offrire una medicina migliore ai pazienti. Mentre la sinistra la rifiuta, preferendo “coltivare” il problema, perché i vertici dell’UDC non si schierano a favore della riforma invece di puntare su ricette di stampo socialista?».
«Inevitabile se non si cambia il sistema» - Una stangata «inaccettabile, ma inevitabile se non si cambia sistema». Così reagiscono i Verdi del Ticino mostrandosi «inorriditi» di fronte ai rincari. «Neppure nei peggiori incubi ci si immaginava ancora un aumento dei premi di cassa malati di oltre il 10% per il Ticino, dopo le stangate degli ultimi anni».
Per i Verdi il problema è relativo a un sistema che senza mezzi termini definisce «malato» è «trainato da un mercato che tira al rialzo». «Un’offerta che genera la domanda. Inutile dare la colpa ad altro e impossibile voltare la faccia da un’altra parte». Anche qui c'è la ricetta pronta, ed è quella della «cassa malati unica federale e pubblica, con premi proporzionali al reddito, con circuiti completamente separati dal privato in modo da poter avere una medicina “rafforzata” con le necessarie risorse, non solo per curare ma anche per prevenire, promuovere uno stile di vita adeguato, un ambiente salubre, un’alimentazione sana». «Solo allora - concludono - potremo avere una medicina utile, che non fa profitto e che mette in campo tutto il possibile per non fare ammalare».
«Una moratoria di tre anni» - Per l'Mps appare evidente «la necessità di un cambiamento radicale di sistema». Un cambiamento che «deve essere proposto subito attraverso il lancio di un’iniziativa popolare per un’assicurazione malattia sociale sul modello AVS, con contributi in base al reddito e con la partecipazione dei datori di lavoro». In attesa di tale cambiamento, il Movimento chiede al Consiglio Federale «un intervento d’urgenza che decreti una moratoria di tre anni sui premi di cassa malati e imponga alle casse malati questa soluzione».
«Al Ticino serve un intervento d'emergenza» - La situazione, per l'Associazione dei consumatori della Svizzera italiana (ACSI), si sta facendo «sempre più insostenibile e rischiosa». «Assistiamo ormai a una sanità a due velocità, con una parte della popolazione che rinuncia a trattamenti dei quali avrebbe bisogno - viene fatto notare -. Al Ticino serve un intervento d’emergenza perché vive una situazione particolare, con una fetta importante di popolazione anziana che incide sui costi, salari bassi che pesano sulla capacità di far fronte al pagamento dei premi e una grande densità di fornitori di prestazioni» spiega la segretaria generale Antonella Crüzer. Per l'ACSI, è di fondamentale importanza «ridurre il prezzo dei farmaci, anche attraverso un utilizzo sempre maggiore dei generici». Ma anche «introdurre un sistema di prezzi di riferimento, visto che anche i generici in Svizzera sono troppo cari rispetto all’estero». Infine «controlli indipendenti delle fatture mediche e ospedaliere al fine di evitare fatturazioni errate o eccessive».