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AgendaMusica, il ticinese Denis Angelucci al suo secondo album: "Riparto da qui"

22.10.09 - 09:48
Marco Sestito
Musica, il ticinese Denis Angelucci al suo secondo album: "Riparto da qui"

LUGANO - Anticipato dal singolo "Sei corde", brano che da questa primavera viene trasmesso su tutte le radio del Ticino, esce in questi giorni il nuovo album  di Denis Angelucci, "Riparto da qui".

Il cantautore ticinese è al suo secondo album, dopo il debutto di tre anni fa con "Animo Ribelle", e nel frattempo si è fatto conoscere al pubblico in  diverse occasioni accompagnato dalla sua band composta da Davide Paqualini (Basso), da Anthony Lentini (chitarra), da Daniele Dreier (chitarra) e da Alessandro Degiorgio (batteria). Recentemente è stato pure il vincitore della prima edizione del concorso canoro "Palco Aperto", concorso tenuto vicino Milano per promuovere band emergenti. Angelucci è riuscito a sbaragliare altri 27 gruppi musicali.
Forte di questa vittoria, Angelucci è sempre più deciso a rimettersi in pista e lo fa con un album interamente autoprodotto. Ha scritto musica e testi delle canzoni, arrangiate con la collaborazione di Arnaldo Cavalcanti, Nello Sofia e il resto della band, e registrate presso l'irradia studio da Nello Sofia di Lugano. Un lavoro (verrà presentato ufficialmente sabato 24 ottobre al bar Temus di Serocca d'Agno, ore 21.00) che ha tenuto impegnato Angelucci per ben due anni. Il risultato? Un album che si inserisce nella tradizione rock-pop italiano, un mondo musicale vicino alle corde del cantautore di Pregassona. Temi legati al vissuto quotidiano, svetta su tutti l'amore e la voglia di amare, ma anche la voglia di indipendenza. Angelucci si toglie però anche qualche sassolino dalla  scarpa. Ad iniziare dal titolo.
Il titolo è "Riparto da" e prendi di mira tutti coloro che ti dicevano che non hai la stoffa per sfondare. Le loro critiche ti hanno scoraggiato?
"No, al contrario, mi hanno caricato. La cosa brutta è che spesso si trattava di critiche gratuite e non costruttive, dettate dall'invidia di vedere me e la  mia band sul nostro palco che rendiamo felici tutti quelli che ci ascoltano, di sentire spesso i miei brani in radio, di vedere che siamo nati dal niente ma qualche piccolo passo importante lo abbiamo fatto".
 I brani parlano di storie vissute in prima persona?
"Molto spesso si, la musica per me è una valvola di sfogo e scrivere canzoni che parlano di ciò che mi attornia mi fa stare bene, se non parlo di esperienze mie mi immedesimo in una persona che conosco, in una situazione che ho vissuto, scrivendo anche brani in terza persona".
 Spesso il tema dominante è quello dell'amore o del bisogno di amare. È un bisogno molto forte nella tua vita?
"L'amore è parte fondamentale nella mia vita, e dovrebbe esserlo per tutti noi. Non parlo solamente di amore tra due persone, parlo di amore per tutti, per la propria famiglia, per gli amici, per chi soffre. Amore per chi vive in condizioni disumane e va aiutata (troppa gente muore ancora di sete e di fame),  amore per gli animali. Viviamo in un mondo dove odio e violenza la fanno da padroni, di sempre più amore c'è sempre bisogno"
 Mai avuto voglia di raccontare temi sociali o legati alla realtà quotidiana?
"Si, ho provato a scrivere qualcosa del genere ma si rischia di cadere nel banale, probabilmente a livello di testi è un ostacolo che ho affrontato e non sono riuscito ancora al meglio a superare, ci sto lavorando su. Ma quando incido una canzone pretendo che sia formata da un testo che colpisca al cuore, che faccia riflettere e per i temi sociali non sono ancora riuscito a trasmettere il messaggio che voglio. In compenso però spesso durante i nostri concerti facciamo raccolte fondi, anche questo è un modo concreto di parlare e affrontare il sociale".
 "Un ragazzo che fugge dall'amore che vive tra la gente fingendosi felice che ha un vuoto dentro il cuore, che soffre e non lo dice". Quanto c'è di te in questo verso di Sei corde?
"C'è tutto me stesso in un periodo difficile della mia vita".
 Ognuno ha dei modelli musicali di riferimento i tuoi quali sono?
"Io sono un fan della musica italiana, la ascolto moltissimo e mi piacciono diversi artisti, da Vasco a Grignani, dai vecchi Litfiba a Ligabue, ma apprezzo anche autori più impegnati come De Andrè, Carmen Consoli, Francesco De Gregori. C'è un po' di ognuno di loro nella mia musica perchè ciò che si ascolta iinfluenza ciò che si produce".
 Per fare il grande salto nel mondo dello spettacolo a livello professionale bisogna lasciare il Ticino e tentare la carta in Italia. Ci hai già provato o hai intenzione di provarci?
"A marzo abbiamo fatto un concorso chiamato Palco aperto in un grande pub di Cusago, c'erano 28 band provenienti da tutta Italia, e lo abbiamo vinto. Questo ci ha permesso di aprire delle piccole porticine al di là della frontiera: concerti live, attenzione sulla nostra band da parte di agenzie e soprattutto interesse da parte di alcune radio private che ci hanno contattato per trasmettere le nostre canzoni".
 Quali sono le difficoltà maggiori che incontri qui in Ticino a livello musicale?
"La cosa bella del Ticino è che se il tuo prodotto è valido viene valorizzato, nel mio caso tutte le radio più importanti trasmettono i miei brani, e in questo momento sto rispondendo alle vostre domande. Quindi nessuna grande difficoltà ma tanta voglia di emergere e sacrificio per ora completamente ripagato".
 
 
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