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Oggi Scrooge, domani... torna la Premiata Ditta?

LUGANOOggi Scrooge, domani... torna la Premiata Ditta?

16.12.24 - 06:30
Roberto Ciufoli porta al Palazzo dei Congressi di Lugano la versione musical di "A Christmas Carol - Il Canto di Natale"
COMPAGNIA DELL'ALBA
Roberto Ciufoli nei panni di Ebenezeer Scrooge.
Roberto Ciufoli nei panni di Ebenezeer Scrooge.
Oggi Scrooge, domani... torna la Premiata Ditta?
Roberto Ciufoli porta al Palazzo dei Congressi di Lugano la versione musical di "A Christmas Carol - Il Canto di Natale"

LUGANO - Charles Dickens ha pubblicato il suo "Canto di Natale" pochi giorni prima di Natale del 1843, ma il suo messaggio rimane attualissimo. Superare indenni la prova del tempo è una circostanza comune ai grandi capolavori ed è così che sabato 4 gennaio 2025 "A Christmas Carol - Il Canto di Natale" giungerà al Palazzo dei Congressi di Lugano con tutta la vitalità e freschezza della versione musical. La produzione è della Compagnia dell'Alba, la regia e le coreografie sono di Fabrizio Angelini mentre le musiche (quelle originali della versione di Broadway) sono di Alan Menken.

Ne abbiamo parlato con Roberto Ciufoli. L'attore italiano, popolare soprattutto per i suoi lavori in televisione e teatro, si è calato nei panni iconici di Ebenezer Scrooge.

Propone questo personaggio da anni, dal 2018: pensava che l'avrebbe accompagnato per così tanto tempo?
«Spero che vada avanti per tanti anni ancora! È uno spettacolo che non invecchia: è una vicenda natalizia ed è al contempo una storia di umanità, sentimenti, accoglienza. C'è una condivisione finalmente compresa. E poi c'è il personaggio che interpreto, che mi piace tanto».

Cosa racconta, questo personaggio, dell'essere umano del 2024? Siamo diventati, in un modo o nell'altro, tutti degli Scrooge?
«Scrooge si rifugia nel denaro perché lo percepisce come il suo unico amico. È l'unica soddisfazione che può avere. Noi invece non alziamo gli occhi dagli schermi di smartphone e tablet, non accorgendoci di chi abbiamo intorno e non sappiamo condividere le emozioni e le gioie della vita. Questa è la base della storia e ciò che la rende sempre attuale».

È cambiato, dalla prima recita a oggi, il modo in cui interpreta Scrooge?
«È un approccio più consapevole, più sentito. Ho avuto modo di conoscerlo proprio bene, questo Mr. Scrooge, di apprezzarne dei lati e di rappresentarli. Quindi direi che l'interpretazione si è arricchita».

È un testo che già amava, prima ancora d'incontrarlo nel suo percorso artistico?
«Lo conoscevo come un testo importante, di grande bellezza. Ma non avrei mai immaginato di portarlo in scena e questo mi ha fatto un grande piacere. È proprio un bel personaggio. I "cattivi" sono più divertenti da interpretare per via delle varie sfaccettature: hanno un passato che li ha resi così ma anche una possibilità di redenzione, come avviene con Scrooge».

Quali sono i punti di forza di questa versione musical?
«Senz'altro la musica di Alan Menken, un signore che ha vinto qualche Oscar con "La sirenetta", "La bella e la bestia" e "Aladdin". Poi le scene, i costumi, ma anche la durata: lo spettacolo è di un'ora e mezza senza interruzioni, quindi non lascia la possibilità di annoiarsi né di pensare ad altro. Poi i miei colleghi sono tutti giovani e bravi. Nonostante me, non riusciamo a rovinare questo capolavoro (ride, ndr)».

L'abbiamo vista in televisione nelle scorse settimane, a "Tale e Quale Show". Che esperienza è stata?
«Molto interessante, divertente e impegnativa. Molto, dato che non bisogna solo interpretare i personaggi, ma anche saper cantare come loro. È stata un'atmosfera piacevolissima, Carlo Conti è un professionista e non sono certo io a doverlo sottolineare».

Nel corso della trasmissione Rai ha duettato con il vecchio compagno d'avventura Pino Insegno, proponendo una versione dei Ricchi e Poveri che ha spopolato sui social. Ho letto di un possibile ritorno della Premiata Ditta: quanto c'è di vero?
«Lì abbiamo proprio sbancato. Con Pino ci siamo ritrovati, anche se è più corretto dire che non ci siamo mai lasciati. Tornare insieme? Sì, ci stiamo pensando. È come per le cose belle: speriamo che avvengano. Se son rose, fioriranno».

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