Non fatevi abbagliare dai nuovi prodotti, la grande novità di Apple risiede nel nuovo potentissimo processore M1
CUPERTINO - Ci risiamo. Apple ha appena presentato una nuova serie di novità. Dopo aver rivoluzionato i propri dispositivi indossabili (con il nuovo AppleWatch Serie 6 e i quattro iPhone 12), l’attenzione passa ora alla linea di portatili e al piccolo computer da scrivania. MacBook Air, MacBook Pro e MacMini sono i primi computer ad entrare nel futuro pur non avendo, all’apparenza, cambiato nulla. I veri protagonisti della serata non sono stati i tre computer (ne parleremo in seguito), ma il nuovissimo processore M1 con 16 miliardi di transistor grazie alla stessa tecnologia a 5 nanometri già introdotta da Apple nei nuovi iPhone 12.
Transizione - I nuovi processori, accompagnati dal sistema operativo MacOS Big Sur (in arrivo il 12 novembre) sono la grande novità di questa generazione e rappresentano il primo passo della transizione di Apple dai processori Intel ai nuovi processori Apple Silicon disegnati e prodotti direttamente da Apple per i propri computer. La transizione iniziata oggi rientra perfettamente nella logica dell’ecosistema Apple (che ruota attorno alla volontà di ottimizzare al meglio l’interazione del proprio Hardware con il proprio Software) ed arriva da lontano nel tempo con il processore A1 inserito nell’iPhone 4, il primo fatto in casa. Da alcuni anni però i segnali di questa transizione cominciavano a farsi sempre più chiari e frequenti. La distanza tra MacOS e iOS sembrava infatti diminuire sempre più e oggi la loro integrazione sembra quasi fatta. I nuovi Mac saranno in grado di sfruttare le stesse applicazioni presenti su iPad e iPhone, una transizione definita dagli sviluppatori intervistati da Apple come «la più semplice di sempre».
M1 - Ma parliamo della star della serata. «Il più grande passo avanti per il Mac», così è stato presentato il nuovo processore che eredita l’architettura della serie Axx (quella degli iPhone e iPad) portando le prestazioni ben oltre la concorrenza sia dal punto di vista della capacità di calcolo della CPU stessa e della GPU (l’unità grafica), sia dei consumi. Combinazione al centro dei risultati ottimi anche del nuovo A14Bionic degli iPhone 12, e che sotto alcuni aspetti renderà i nuovi Mac simili ai dispositivi mobili. Accensione istantanea, sembrerebbe, ma anche possibilità di utilizzare applicazioni costruite per iOS anche con il nuovo MacOS Big Sur. E qui arriviamo ad un aspetto centrale per quanto concerne la transizione di Apple dai processori Intel ai nuovi Apple Silicon. Pietra centrale di questa transizione sarà proprio la possibilità da parte dei nuovi computer di sfruttare i software disegnati e costruiti per computer differenti. Ad occuparsene sarà Rosetta 2, la versione aggiornata del sistema di traduzione che Apple aveva utilizzato per la sua prima grande transizione dai processori Power PC alla generazione Intel. Il sistema operativo, progettato proprio attorno alla nuova tecnologia e alla CPU M1, si occuperà di adattare in tempo reale (le immagini mostrate sono molto promettenti) le vecchie, per così dire, applicazioni al nuovo contesto.
Hardware - Per il suo primo passo nel nuovo decennio, Apple ha deciso di puntare su tre modelli: MacBook Air da 13 pollici, MacBook Pro dal 13 pollici e MacMini. I tre modelli riprendono lo stesso design delle generazioni precedenti aggiungendo però tutte le caratteristiche dei nuovi processori. Si parte dal modello Air. Con il nuovo processore il MacBook Air sarà «tre volte più rapido della generazione precedente e di tutta la concorrenza PC». Nel concreto con il nuovo “super leggero” di Apple si potranno editare flussi video multipli in risoluzione 4K, il tutto senza il sottofondo fastidioso delle ventole. Potenza ma anche durata dato che Apple annuncia 15 ore di utilizzo navigando online con il wifi e fino a 18 ore guardando i video.
Arriva poi il turno del MacMini. Anche in questo caso Apple non cambia il design della generazione precedente rispetto alla quale, anche in questo caso, il nuovo prodotto risulta tre volte più rapido. Un balzo avanti raggiunto anche grazie al Neural Engine e al Machine Learning portati in dote dal processore M1. Le due porte Thunderbolt/USB4 sul retro (oltre alla porta HDMI2.o e alla USB-A) permettono una grande flessibilità di connettere il nuovo computer desktop a molte periferiche differenti.
«La linea di MacBook Pro da 13 pollici è la più venduta nella sua classe», spiega Shruti Haldea, prima di presentare la nuova versione, anch’essa con M1. Anche qui il nuovo MBP promette di superare di 3 volte la concorrenza e migliorare di 11 volte le prestazioni del Machine Learning rispetto alla generazione precedente. Anche in questo caso il nuovo processore promette di migliorare la durata della batteria che in questo case sale fino a 17 in navigazione online e 20 ore guardando dei video. Nei nuovi MBP migliora la qualità dei microfoni, definiti Studio Quality, ma non migliora, purtroppo, la videocamera FaceTime.
I nuovi computer saranno disponibili dal 17 novembre a prezzi compresi tra i 1079 franchi e i 1349 franchi per la linea Air (256 o 512 GB di memoria SSD), i 779 franchi e i 999 franchi per i MacMini (256 o 512 GB di memoria SSD) mentre per i MacBookPro serviranno da 1399 franchi ai 1619 franchi (256 o 512 GB di memoria SSD).