Cristiano Poli Cappelli e Tatjana Ibraimovic, Candidati PLR al Consiglio Comunale n. 42 e n. 26
Se qualcosa ci resterà impressa nella mente e anche nel cuore dopo questa pandemia, sarà l’inestimabile valore dell’incontro sociale, della vicinanza e della condivisione. Sono proprio questi i valori da promuovere una volta superata la crisi sanitaria, per riavvicinarci e ricucire il nostro tessuto sociale uscendone più uniti e solidali. È dove poter fare meglio quest’opera che nei nostri luoghi di vita più prossimi: i nostri quartieri.
Oggi i quartieri di Lugano vivono in una dimensione semi-isolata da un centro città in cui si svolgono molte attività culturali, senza dubbio, ma che non sempre riescono a coinvolgere tutti in egual modo e misura, specie nel loro quotidiano. La vita nei quartieri, invece, si limita spesso ad una condivisione di spazi con famiglie e poche altre attività. Eppure esiste una società civile e associativa che vorrebbe fare di più, ma che non sempre riesce a trovare luoghi e mezzi appropriati per proporre attività a beneficio degli abitanti nei quartieri. Vi è bisogno di proposte culturali divertenti, perché non dimentichiamo che l’aggregazione, la socializzazione, l’unione spontanea, si creano con il divertimento e con le attività ricreative; i quartieri hanno bisogno di luoghi, di punti di incontro, verdi e raggiungibili; i quartieri hanno
bisogno di essere ben collegati fra loro.
Sarebbe giusto dunque stimolare una maggiore e migliore proposta di attività, magari favorendo la nascita di esperienze associazionistiche di diverso tipo, facilitando le associazioni culturali, dilettantistiche, ricreative dal punto di vista burocratico. Per fare degli esempi concreti:
in tutte le città europee fioriscono associazioni sportive amatoriali formate esclusivamente da “amatori”. Sono iniziative di uomini, donne, anziani e giovani che si allenano insieme, organizzano gare ed eventi di quartiere, con ristori finali di prodotti locali. Si tratta di eventi che
danno gioia e movimentano le zone della città. O ancora: sta tornando di moda il gioco degli scacchi, soprattutto tra i giovanissimi.
Cavalchiamo questa moda e creiamo spazi con scacchiere pubbliche dove anziani e giovani possano condividere tempo e luoghi insieme,
possano conoscersi, possano raccontarsi.
I luoghi ci sono, ma vanno rimessi a disposizione della popolazione. Questi investimenti non sono necessariamente così gravosi, ma possono restituire molto alle persone, in termini di qualità della vita e di felicità. Ad esempio, a Viganello il sedime ex PPT può diventare una fabbrica di attività di questo genere, così come il Parco di Villa Costanza e molti altri luoghi in giro per la città; pensiamo anche alla condivisione di spazi e di partecipazione attiva tra giovanissimi e anziani, con i ragazzi che collaborano e vengono messi in contatto con la terza età e con i meravigliosi racconti che possono essere insegnamenti preziosi per il loro futuro.
Lugano, in generale, è ricca di luoghi candidati per attività di questo genere, dalle sponde del Cassarate in su. La parola d’ordine deve essere “condivisione”: di cultura, di esperienze, di divertimento.
Dimostriamo di avere a cuore una visione generale ampia della città, a lungo termine, dinamica, vivibile. È necessario capire che dall’integrazione e dalla condivisione di valori sono state ottenute le cose migliori che abbiamo: il diritto di voto, le uguaglianze, i diritti individuali, le libertà. È necessario, il 18 aprile, dare fiducia a chi ha una visione della nostra società completa ed inclusiva.