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LUGANOUna settimana di lavoro all’anno in fumo nel traffico

24.03.21 - 11:19
Marianna Meyer candidata al CC di Lugano, lista 2, candidata 36
Marianna Meyer
Una settimana di lavoro all’anno in fumo nel traffico
Marianna Meyer candidata al CC di Lugano, lista 2, candidata 36

LUGANO - Bloccati al semaforo per 15 minuti in Corso Elvezia. 30 minuti per fare da Cornaredo al Ciani. Chi di voi non lo ha sperimentato? Esperienze frequenti per lavoratori e cittadini di Lugano.

Ma non solo. Se questi tempi di percorrenza possono essere ormai abitudini interiorizzate per i luganesi, non lo sono per chi è qui in visita o in vacanza. Sono tempi di percorrenza che fanno di Lugano una della città piu trafficate al mondo. Sì, avete capito bene. Al mondo.

Lugano infatti si è guadagnata il triste primato di arrivare tra le 50 città più congestionate di tutto il globo sulla base delle ore perse nel traffico. Al 41esimo posto per la precisione. A livello svizzero la nostra cittadina è la prima tra le 20 città elvetiche analizzate.
A dirlo è il “2020 Global Traffic Scorecard”, una classifica che si basa sui dati statistici della piattaforma “Inrix”, in cui viene classificata la congestione e le tendenze di mobilità in più di 1'000 città del mondo.
E se vi chiedessi di quantificare quanto tempo perdiamo in coda cosa direste?

In base al citato studio, sono ben 46 ore l’anno! Quasi una settimana di lavoro andata in fumo.

Un altro dato significativo concerne la velocità di viaggio media nell'area più vicina al centro che si attesta a 20 km/h. I dati parlano chiaro: la situazione è intollerabile.

Ma come detto la questione traffico non è un qualcosa che riguarda solamente chi vive in città, ma è anche di chi viene a visitarla. Immaginiamo di essere un turista che vuole visitare il centro e, perché no, fare compere... quale immagine avrà di Lugano? Come raggiungerà il centro?

Allo stato attuale rimarrà imbottigliato nel traffico alla ricerca di un posteggio. Se non desisterà nella ricerca e avrà un po’ di fortuna, proseguirà ad esplorare il centro (dove potrà e non verrà stordito dalle auto che sfrecciano sul lungolago…) e dal centro cosa potrà raggiungere?

La nostra pedonalizzazione non omogenea che esperienza offre al turista? Confusionaria e non ottimale.
Venendo al punto, la mia proposta per ovviare a tali problematiche è quella d'intervenire

sull’entrate della città di Besso (dove sorgerà l’autosilo) e Cornaredo. Per collegarle al centro occorre prevedere una navetta gratuita. 

In questo senso, anche l’autosilo Motta deve essere riqualificato e potrebbe essere convertito in un centro di noleggio e di ricarica di mezzi elettrici messi a disposizione dal Comune o da una società terza, così che in centro ci sia meno rumore dovuto al traffico e meno inquinamento.

Sul tetto dell’autosilo Motta si può godere inoltre di una vista spettacolare. Perché non dare la possibilità di creare un lounge/ristorante aggiungendo del verde e godere della bellezza del panorama, il tutto accompagnato da un buon drink?

In questo modo si porterebbero le persone alle porte di quella che dovrebbe diventare l’area pedonalizzata estesa, dove il lungolago diverrebbe la terrazza della città sul Ceresio e un’attrazione turistica che ci invidierebbero a livello internazionale.
La riqualifica del Motta in centro di noleggio e di ricarica di macchine elettriche andrebbe non solo a beneficio dei turisti, ma anche dei cittadini che potrebbero facilmente raggiungere con queste macchine quelle zone dove i mezzi pubblici non arrivano. 
In questa maniera si riporterebbe la gente a frequentare il centro. Quante volte infatti mi è capitato di sentire: “no, in centro non vado, non si trova posteggio!”.

La desertificazione del centro è una grande problematica per i commerci, molto più semplice fare compere in un grande magazzino od online, se raggiungere il centro è un’odissea... Ma una città con un centro morto, che immagine trasmette? Di sicuro non è un bel biglietto da visita.

È fondamentale che il nostro centro storico torni a rivivere e per farlo non si può pensare di non intervenire sugli accessi alla città.

Le mie proposte sono interventi di grande portata, ma senza una visione a lungo termine, non si può parlare di politica, né del futuro di una città.

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