Al Tribunale dell'Aja è andato in scena il processo d'appello nei confronti dell'ex capo militare dei serbi di Bosnia.
In primo grado il 78enne era stato condannato all'ergastolo per il genocidio di Srebrenica, l'assedio di Sarajevo e altri crimini contro l'umanità
L'AJA - Al Tribunale dell'Aja si sono conclusi in serata i due giorni di udienze del processo di appello a carico di Ratko Mladic, l'ex capo militare dei serbi di Bosnia condannato nel 2017 in primo grado all'ergastolo per il genocidio di Srebrenica, l'assedio di Sarajevo e altri crimini di guerra e contro l'umanità commessi durante il conflitto armato in Bosnia del 1992-1995. Stando ai media serbi, la sentenza è attesa in un periodo tra sei mesi e un anno.
Dopo l'intervento ieri dei legali della difesa, che avevano definito sbagliata la sentenza di primo grado, chiedendo il rilascio di Mladic e sollecitando una verifica delle sue capacità di affrontare il processo a causa delle sue precarie condizioni di salute, oggi è stata la volta dei rappresentanti dell'accusa, che hanno confermato l'intero dispositivo di colpevolezza dell'ex generale, chiedendo peraltro che Mladic venga dichiarato colpevole anche per l'unico punto per il quale era stato assolto in primo grado (genocidio in altri sei Comuni bosniaci).
A Mladic, che ha 78 anni e che è da tempo in precarie condizioni di salute, è stato consentito d'intervenire per dieci minuti in chiusura di udienza. Senza mascherina protettiva, che indossava invece ieri in aula, ma isolato da una cortina di vetro, l'ex generale ha nuovamente respinto le accuse di genocidio a Srebrenica e degli altri crimini di guerra, sostenendo di non essere stato lui a scatenare la guerra, e di essere stato bersaglio della Nato, durante il conflitto e ancora oggi. Tutte le accuse a suo carico, ha detto, provengono dalla Nato.
«Sono vivo e vegeto e vivrò fino a quando esisterà il nostro popolo, queste accuse sono un buco nell'acqua», ha detto Mladic. A gestire il processo di appello a Ratko Mladic è il Meccanismo residuale internazionale per i tribunali criminali, l'organismo che ha preso il posto del Tribunale penale internazionale dell'Aja per i crimini nella ex Jugoslavia (Tpi), che ha cessato la sua attività.