Tra i possibili misure la chiusura di bar, pub e ristoranti alle 24 e niente bevande da asporto dalle 21
ROMA - Il governo italiano mette a punto le misure che confluiranno nel nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) confermando la linea più volte ribadita negli ultimi giorni dal premier Giuseppe Conte: non ci sarà un nuovo lockdown nazionale ma una serie d'interventi "mirati e progressivi" per fermare la crescita dei contagi.
Quarantena ridotta - Così la quarantena scende a dieci giorni, con i positivi che dovranno fare un unico tampone per uscire dall'isolamento, mentre arriva il via libera ai test rapidi per i contatti stretti. Le mascherine vanno utilizzate anche per l'attività motoria all'aperto, dunque per camminare ma non per fare jogging e footing, che rientrano invece nell'attività sportiva. E aumenta il ricorso allo smart working nella pubblica amministrazione: dall'attuale 50% potrebbe arrivare al 60-70%.
Il pacchetto è da approvare entro il 15 ottobre, data in cui scade l'attuale decreto in vigore, e potrebbe essere siglato martedì 13. L'elenco è finito sul tavolo del Comitato tecnico scientifico (Cts) in una riunione urgente convocata dal ministro della salute Roberto Speranza proprio per confrontarsi con gli scienziati e gli esperti e per definire meglio gli interventi. A partire da come potenziare il sistema di testing visto che ormai da giorni si registrano in molte città difficoltà per l'effettuazione dei tamponi. Si è dunque deciso di abbassare il periodo di quarantena da due settimane a dieci giorni e i positivi, per uscire dall'isolamento, non avranno più bisogno del doppio tampone negativo ma ne basterà uno. Sarà una circolare del direttore generale della Prevenzione del ministero della salute Giovanni Rezza a chiarire le modalità.
Quattro tipologie - Il Cts ha individuato quattro diverse tipologie di situazioni: i positivi asintomatici, i positivi sintomatici, i positivi asintomatici che non riescono a negativizzarsi e i contatti stretti. I primi dovranno osservare dieci giorni di quarantena, dalla diagnosi di positività, e poi sottoporsi a un tampone molecolare; anche i sintomatici dovranno fare dieci giorni d'isolamento, ma prima di sottoporsi all'unico tampone molecolare previsto dovranno aver passato almeno tre giorni senza sintomi.
Per i contatti stretti, dopo dieci giorni di quarantena, sarà invece possibile effettuare il test rapido dai medici di base. Lo ha confermato anche il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri: entro una settimana, massimo dieci giorni, saranno disponibili cinque milioni di test antigenici, «un certo numero dei quali sarà a disposizione dei medici di base» per questo tipo di diagnosi. L'ultima categoria sono i positivi che non riescono a negativizzarsi. Anche per loro, dieci giorni di quarantena e tampone molecolare, ma l'isolamento finirà in ogni caso dopo 21 giorni.
I nodi da sciogliere - Sul tavolo del governo ci sono però ancora diversi nodi, come dimostra la smentita di Speranza a un documento che è circolato e che contiene una serie di "proposte di nuove misure urgenti per il contenimento del contagio sull'intero territorio nazionale". «È un fake», dice Speranza ma altri ministri confermano, parlando di «bozza di lavoro» che solo in parte verrà recepita nel Dpcm.
Nel documento ci sono comunque una serie d'interventi già annunciati nei giorni scorsi da diverse fonti di governo, di cui si è discusso anche nel corso della riunione e che saranno illustrati dal ministro degli affari regionali Francesco Boccia alle regioni: da quelli per frenare la movida - la chiusura di bar, pub e ristoranti alle 24 e lo stop della vendita delle bevande da asporto alle 21.00 per evitare che si consumi cibo in piedi fuori dai locali - allo stop agli eventi di massa e agli sport amatoriali di contatto come il calcetto fino all'ampliamento dello smart working, per ridurre non solo le occasioni di contatto ma anche gli spostamenti. L'idea iniziale era di portarlo al 70% dall'attuale 50% dopo che a settembre era iniziato il rientro in sede dei dipendenti pubblici, ma secondo alcune fonti di governo l'ultima ipotesi è di attestarlo al 60%. Il ministro Speranza ha da parte sua proposto il divieto per le feste private.
Non ci sarebbe invece ancora la quadra su una possibile ulteriore limitazione della partecipazione del pubblico agli eventi sportivi, a partire da quelli in stadi e palazzetti, e agli spettacoli aperti al pubblico in teatri, cinema e sale da concerto. La norma attualmente in vigore consente la presenza di mille persone all'aperto e di 200 al chiuso e l'idea era quella di dimezzare questi numeri.
Mascherina per chi passeggia - La questione delle mascherine è stata invece al centro di una circolare del capo di gabinetto del ministero dell'Interno Bruno Frattasi. Il ministero ha infatti precisato che sono esentati dall'obbligo di utilizzo all'aperto «solo coloro che abbiano in corso l'attività sportiva e non quella motoria, non esonerata, invece, dall'obbligo in questione». Una precisazione che ha scatenato per tutto il giorno una serie di domande su cosa si intendesse per attività motoria, fin quando il ministero non ha ulteriormente chiarito: «Jogging e footing potranno continuare a svolgersi senza obbligo di mascherina», anche svolti a livello amatoriale, perché sono «riconducibili all'attività sportiva». L'obbligo scatta invece per chi fa una passeggiata.