Il consulente Walter Ricciardi lancia l'allarme. Ma Fontana e Sala frenano: «Abbiamo ancora tempo per decidere».
Massimo Galli: «Se le misure prese finora non dovessero bastare sarà necessario un lockdown in alcune aree».
MILANO - Il governatore della Lombardia Attilio Fontana esclude che ci siano le condizioni per prevedere l'ipotesi di un nuovo lockdown. Dello stesso parere, ma più cauto è Giuseppe Sala, sindaco di Milano: «Nella peggiore delle ipotesi, prima di decidere, abbiamo ancora 10 - 15 giorni di tempo» ha dichiarato al Corriere della Sera. Citando i dati diffusi «da un virologo di cui mi fido molto», Sala conferma che attualmente il capoluogo lombardo ospita 80 pazienti intubati, mentre nell'intera regione sono 201. «Ad aprile erano oltre 1'500. Ma il punto è la media intensità di cura che intasa gli ospedali» aggiunge. «Il problema è la massa dei ricoveri. Ma non è qualcosa di irrisolvibile e soprattutto qualcosa che ci debba portare un nuovo lockdown».
Insomma, al momento Milano sembra ancora poter sfuggire ad un lockdown, stando ai politici lombardi.
Di diverso avviso è però Walter Ricciardi, consulente dell'OMS e del Ministro della Salute italiano: «A Milano e a Napoli uno può prendere il covid entrando al bar, al ristorante, sull'autobus. In queste aree il lockdown è necessario» ha dichiarato a Radio Capital. «Ci sono delle aree del Paese dove la trasmissione è esponenziale e le ultime restrizioni adottate che possono essere efficaci nel resto del territorio, in quelle zone non sono valide».
Tutto dipenderà dall'andamento dei prossimi giorni, come ha confermato al giornale Massimo Galli, primario di Malattie Infettive all'Ospedale Sacco di Milano. «In questo momento possiamo fare delle ipotesi che vanno da un minimo a un massimo» spiega l'infettivologo. Ma se le misure intraprese finora non dovessero bastare «sarà necessario fare di più. A quel punto non ci saranno alternative» e un lockdown dovrà essere applicato in alcune zone d'Italia, «come Milano».