Luca Fusco contro la zona gialla: «Questa settimana di liberi tutti prima di Natale sarà pericolosissima»
BERGAMO - Sono estremamente amare le parole di Luca Fusco, presidente di "Noi denunceremo", il comitato delle vittime Covid di Bergamo.
«Avevamo la speranza che i morti di Bergamo avrebbero difeso il resto d’Italia. E invece il nostro sacrificio non è servito a nulla. I pazienti sono stati lasciati un’altra volta da soli a casa perché è saltato nuovamente il sistema» afferma a L'Espresso. La pagina Facebook del comitato è inondata di testimonianze che, a differenza di marzo, arrivano da tutta Italia e non quasi solo dalla provincia di Bergamo e dal resto della Lombardia.
Si poteva trarre una lezione utile dagli errori commessi durante la prima ondata? Fusco - che l'11 marzo ha perso il padre ricoverato in una Rsa - è sicuro di sì ed è «furente» che ciò non sia stato fatto. «Qui da noi c’era il libro mastro degli errori da non ripetere: la scarsa disponibilità di test, il tracollo dei dipartimenti di prevenzione, le chiusure decise in ritardo, l’ospedalizzazione del virus, la carenza di bombole di ossigeno». Invece «non è cambiato nulla» e in Lombardia l'area più critica si è semplicemente spostata: in primavera era tra Bergamo, Brescia, Pavia e Cremona, ora è tra Varese, Como, Monza e Brianza e ovviamente Milano.
Intervistato prima dell'entrata in vigore domenica della zona gialla, Fusco chiedeva a Regione Lombardia di mantenere la zona arancione. «Questa settimana di liberi tutti prima di Natale sarà pericolosissima. Altro che Natale, qui in Lombardia ci saranno 30 mila sedie vuote. E la Regione ha delle responsabilità paurose. Ma come fa un assessore come Giulio Gallera, che gestisce la sanità lombarda in questa fase, a trovare il tempo di fare jogging e di postare le foto come un ragazzino? Io non riuscirei neanche a prendere sonno». Durissimo il giudizio anche sul presidente Attilio Fontana, che scrive alla Procura di Milano per assumersi la responsabilità di avere ordinato senza gara vaccini in Svizzera. Ma dove viviamo?».