L'ex presidente di Nissan è accusato di frode industriale e finanziaria
BEIRUT - A causa del lockdown attualmente decretato in Libano per far fronte alla pandemia, non sarà interrogato nei prossimi giorni dai magistrati francesi Carlos Ghosn, ex patron di Nissan-Renault-Mitsubishi, fuggito più di un anno fa in maniera rocambolesca in Libano dal Giappone, dove era agli arresti domiciliari in attesa di un processo per frode industriale e finanziaria.
Gli avvocati di Ghosn, che ha nazionalità libanese e francese, hanno riferito oggi che la visita dei magistrati francesi a Beirut è stata rinviata sine die a causa della chiusura generale in corso in Libano come misura anti-Covid.
Ghosn era arrivato a Beirut il 30 dicembre 2019 in fuga da Tokyo, dove dall'aprile di due anni fa era in libertà vigilata dopo esser stato arrestato con l'accusa di illeciti finanziari nel novembre del 2018.
Ghosn ha più volte dichiarato di essere vittima di un «complotto» ordito dalla Nissan, «collusa» con la procura di Tokyo. Dal Giappone, il governo e gli organi giudiziari hanno sempre respinto le accuse criticando duramente le affermazioni di Ghosn.
Il Libano non ha un accordo di estrazione con il Giappone e il presidente libanese Michel Aoun si è più volte detto contrario a estradare Ghosn in Giappone.