Oggi il presidente Macron ha visitato il cantiere e ha ribadito che la riapertura avverrà nel 2024
PARIGI - Due anni fa il mondo si fermò a guardare le drammatiche immagini della cattedrale di Notre-Dame a Parigi avvolta dalle fiamme.
Una giornata tragica
Nel tardo pomeriggio del 15 aprile 2019 un incendio scoppiò nel sottotetto della guglia alla base della guglia, che arrivando a 93 metri di altezza sormontava l'intero complesso religioso. Le fiamme si propagarono rapidamente al tetto in legno. Dopo circa un'ora la guglia, divorata dalle fiamme, crollò sotto gli occhi dell'intero pianeta, che si era sintonizzato sulle dirette tv e streaming via social. Centinaia di pompieri combatterono contro l'incendio per tutta la serata e la notte, dichiarandolo sotto controllo solamente alle quattro del mattino del 16 aprile.
Alle 9.50 il portavoce dei vigili del fuoco parigini poté dare l'annuncio che le fiamme erano state domate e che si sarebbe immediatamente passati all'esame dei danni. L'intero tetto medievale, in legno con tegole di piombo, era andato distrutto mentre l'intervento delle squadre di emergenza aveva permesso di salvare le due torri. All'interno della cattedrale erano stati messi in salvo, nel frattempo, svariati tesori d'arte e reliquie d'inestimabile valore.
In quelle ore scattò anche una gara di solidarietà internazionale, che ha portato a raccogliere circa 833 milioni di euro (920 milioni di franchi svizzeri).
A che punto è l'inchiesta
Il fascicolo d'indagine è stato aperto immediatamente, ma il lavoro dei tre giudici inquirenti del tribunale giudiziario è lungo e complesso. La pandemia, riferisce Bfmtv, ha poi causato vari ritardi e slittamenti di udienze e testimonianze. Sono già un centinaio le persone sentite: i lavoratori della compagnia di ponteggi, i membri delle squadre di sorveglianza e quelli dei servizi d'intervento, eccetera. Per raccogliere campioni direttamente sul posto e farsi un'idea della possibile dinamica, è stato poi necessario attendere lo smontaggio delle impalcature di sicurezza che circondavano la cattedrale. Ciò è avvenuto solo lo scorso mese di novembre.
I media francesi affermano che le indagini in loco sono quasi complete e mancano solamente una decina di giorni. Gli inquirenti non stanno lasciando nulla al caso e non hanno esitato a calarsi in corda doppia - dopo essere stati adeguatamente formati - all'interno della volta, per prelevare reperti utili all'inchiesta. Tutto questo materiale è stato quindi mandato a vari laboratori, che dovranno analizzare le tracce presenti su legno, pietra e altro materiale.
Fin da subito ci si è chiesti: è stato un terribile incidente oppure un atto doloso? Questa ipotesi, che aveva in alcuni momenti trovato rilievo sulla stampa, non sembra più essere quella privilegiata. Restano in piedi il malfunzionamento elettrico, con una scintilla che avrebbe dato il via al rogo, oppure una sigaretta non spenta da parte di un operaio. Sono state accertate invece le falle nel sistema di allarme di Notre-Dame, che hanno causato un grave ritardo nell'intervento dei pompieri e portato ai disastrosi risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
La ricostruzione e l'obiettivo 2024
Come già detto, la pandemia ha creato ritardi nell'opera di ricostruzione della cattedrale. Le operazioni di messa in sicurezza - costate la bellezza di 100 milioni di euro circa (intorno ai 110 milioni di franchi svizzeri) sono alle fasi conclusive: si sta procedendo al definitivo consolidamento delle volte. I tecnici sono costretti sovente a compiere vere e proprie acrobazie per giungere ai punti più delicati.
I lavori veri e propri di ricostruzione dovrebbero partire nella tarda estate. L'obiettivo dichiarato della riapertura, promesso dal presidente Emmanuel Macron, è il 16 aprile 2024. Una data, quella del quinto anniversario dell'incendio, giudicata ottimistica dalla maggior parte degli esperti e che sicuramente non fa i conti con il rallentamento causato dall'emergenza sanitaria. Quel giorno è comunque prevista la prima Messa nella navata, un segno simbolico del pieno ritorno di Notre-Dame alla sua funzione di casa spirituale dei francesi.
Macron è giunto sul posto oggi per una visita nel secondo anniversario dell'incendio. La sua promessa, sulle pagine di Le Parisien: «Resisteremo e ricostruiremo», in un parallelismo tra la sorte di Notre-Dame e quanto sta accadendo alla Francia a causa della pandemia. «Queste grandi sfide ci ricordano che siamo una nazione vivente che ha sempre cose da ricostruire e da fare» e mostrano «la capacità del popolo francese a unirsi, a superarsi, quando accade il peggio». Sulla scadenza temporale non ha dubbi: «L'impegno del 2024 verrà mantenuto. Rispetteremo i cinque anni».
#Cejourlà - Il y a 2 ans à 18h20, la Brigade de Sapeurs Pompiers de Paris était confrontée à un incendie d'une ampleur sans précédent. Le combat des soldats du feu commençait...
— @PompiersParis (@PompiersParis) April 15, 2021
Retour sur cette intervention hors du commun 🚒🚨🔥 pic.twitter.com/MlcynlsgsJ