Lo ha dichiarato Ursula von der Leyen, a capo della Commissione europea
Il tema di vaccini e brevetti continua a far discutere
BRUXELLES - «L'Ue è la farmacia del mondo», ed è «aperta al mondo» sui vaccini: «abbiamo esportato 200 milioni di dosi, invitiamo altri a fare lo stesso, è il modo migliore per affrontare i colli di bottiglia».
È quanto ha dichiarato la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
Sul certificato digitale Ue per i viaggi, «il lavoro tecnico e legale è in carreggiata», ha aggiunto, «il sistema operativo sarà operativo a giugno. E sul fronte politico possiamo puntare realisticamente all'obiettivo di raggiungere un accordo tra Consiglio e Parlamento europeo per fine maggio» ha affermato la politica.
Nel frattempo, sia Emmanuel Macron che Angela Merkel hanno ribadito la loro posizione contraria alla dichiarazione statunitense sulla sospensione dei brevetti per i vaccini anti-Covid.
Gli Stati Uniti «non possono rimproverare lentezza» e «mancanza di solidarietà» all'Ue, ha affermato il presidente francese, spiegando che «su 400 milioni di dosi di vaccino prodotte, ne abbiamo esportate 200 milioni. Siamo stati più lenti con le campagne di immunizzazione in Europa perché siamo stati aperti fin dall'inizio. Gli Stati Uniti per ora hanno esportato solo il 5% a Canada e Messico, che mettano fine alle restrizioni sull'export», ha aggiunto.
Dello stesso avviso anche Angela Merkel: «Vorrei che ora che gran parte della popolazione americana è stata vaccinata, possiamo avere un libero scambio di componenti e anche un'apertura del mercato dei vaccini», ha detto la cancelliera tedesca in una conferenza stampa dopo il vertice di Oporto.
Anche secondo Mario Draghi, come riporta il portale Corriere.it, prima della liberalizzazione dei brevetti bisognerebbe parlare della rimozione del blocco alle esportazioni. «Biden ha aperto una porta, ma la sua posizione deve essere ancora capita nella sua completezza» ha dichiarato il premier italiano.
«Ci sono milioni di persone nel mondo che stanno morendo. Ci sono case farmaceutiche che hanno ricevuto milioni su milioni. Ci si aspetta che diano qualcosa in cambio. Ma la questione è complessa». Infatti, secondo Draghi, la liberalizzazione dei vaccini non garantisce l'aumento della produzione, e nemmeno che i vaccini vengano realizzati in sicurezza.