La preoccupazione di Angela Merkel in vista della decisione britannica per la finale di Euro 2020
LONDRA - La festa degli Europei di calcio rischia di diventare il festival della variante Delta, ultima mutazione da allerta rossa del Covid. A portare l'avvertimento a domicilio nel Regno Unito è Angela Merkel, che ha approfittato oggi della sua visita di congedo in veste di cancelliera uscente a Boris Johnson e alla regina Elisabetta per ribadire in faccia al primo ministro britannico tutta la sua inquietudine rispetto allo svolgimento delle semifinali e della finale della competizione continentale nello stadio di Wembley; ma soprattutto alla decisione presa dal governo Tory, d'intesa con l'Uefa, di ammettere sulle tribune per le sfide decisive fino a 60.000 persone: una folla senza precedenti in 15 mesi di pandemia conclamata.
«C'è grave preoccupazione in Germania» e non solo per l'impennata dei contagi alimentati dalla variante Delta, ha rimarcato a mezza bocca ma a chiare lettere Merkel parlando con Johnson al suo fianco nello stesso giorno in cui il Regno fa segnare altri 27.125 contagi (pur tenendo per ora a freno ricoveri e decessi ai minimi grazie alla sua campagna vaccinale da record) e le statistiche indicano un incremento settimanale dei casi pari al 46%. «L'ho detto anche al primo ministro», ha sottolineato in risposta a una domanda dopo il vertice britannico-tedesco svoltosi nella residenza governativa fuori Londra di Chequer in occasione della sua 22esima e ultima visita Oltremanica in 16 anni da capo del governo di Berlino.
Una visita suggellata da toni concilianti sul dopo Brexit, da un patto d'acciaio sulla cooperazione bilaterale futura in politica estera, di sicurezza e sui grandi dossier globali come il clima, nonché dall'impegno ribadito al Castello di Windsor a Sua Maestà in persona a facilitare un allineamento paneuropeo sulla certificazione dei vaccini in grado di garantire presto viaggi «senza quarantene» fra l'isola e i Paesi Ue per tutte le persone «doppiamente vaccinate». E in cui tuttavia l'idillio ha rischiato di guastarsi proprio sulla questione di Euro2020.
Incalzata dai giornalisti sull'argomento, Merkel non si è fatta pregare nel ricordare come la Germania abbia stabilito prudentemente nei giorni scorsi di ridurre il numero di persone ammesse allo stadio di Monaco per l'ultima partita programmata in Baviera. «Ovviamente il governo britannico prenderà le sue decisioni» per Wembley, ha aggiunto diplomaticamente, «ma io sono davvero molto preoccupata che (60.000 spettatori) possano essere un po' troppi».
Parole a cui Johnson ha risposto senza mai smettere di sorridere. Ma ha risposto in sostanza ancora una volta picche. «Noi - ha assicurato - stiamo agendo con cautela, in maniera estremamente attenta e controllata, il punto cruciale è che qui i vaccini stanno facendo la differenza, stanno spezzando il legame tra contagi, infezioni gravi e morti grazie a un considerevole muro d'immunità eretto dal nostro programma vaccinale con l'85% della popolazione ormai coperta da una dose e il 63% da due». Programma, ha rilevato, che si sta mostrando efficace pure contro la variante ex indiana, con una protezione media contro il rischio di ospedalizzazione pari «all'80% con una dose e al 93% con due».
Basterà a evitare nuovi focolai, visto il caso dei circa 2000 tifosi scozzesi risultati positivi al test del Covid pochi giorno dopo essere andati a Wembley (e con spalti molto meno gremiti) per Inghilterra-Scozia o aver partecipato a raduni e festeggiamenti di strada a Londra? I dubbi, condivisi da diversi esperti, sembrano legittimi. E non è detto che l'ondata d'entusiasmo cavalcata da BoJo per la vittoria sul campo dei Bianchi di Gareth Southgate agli ottavi proprio contro gli irriducibili tedeschi - dopo «una tradizione di sconfitte rimasta immutata durante tutto il tuo mandato, Angela», ha chiosato rivolgendosi all'ospite con una scherzosa puntura di spillo - non possa rivelarsi cattiva consigliera.