La variante è sempre più dominante in tutto il mondo. La sua corsa nell'ultimo mese.
All'inizio di giugno la presenza della variante Delta era stata confermata in 62 Paesi. Ora siamo a quota 104.
GINEVRA - L'Europa intera. L'America del Nord pure. L'Asia, l'Oceania e l'America latina quasi completamente. Mentre l'Africa solo per metà. L'avanzata della variante Delta del coronavirus ha superato ormai la soglia dei cento Paesi.
Stando all'ultimo aggiornamento settimanale dell'Organizzazione mondiale della sanità, la variante - identificata per la prima volta in India nell'autunno del 2020 - ha timbrato finora il cartellino in 104 nazioni in tutto il mondo. Ed è ormai solo una questione di (poco?) tempo prima che diventi dominante in tutto il mondo rispetto agli altri ceppi.
La diffusione in Europa
Nel Vecchio continente, secondo lo scenario tracciato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), il sorpasso si formalizzerà entro la fine di agosto, quando la Delta «rappresenterà il 90% del virus Covid-19 circolante in Europa». In alcuni Paesi però questo è già accaduto. È il caso ad esempio del Regno Unito, dove quasi il 98% dei nuovi contagi - confermati nelle ultime quattro settimane - risulta provocato dalla variante nota in precedenza come "indiana".
In Portogallo, stando ai dati GISAID, la quota scende al 76%. In Germania, Spagna e Danimarca si oscilla attorno al 40%, mentre in Paesi come Francia, Italia e Belgio al momento meno di un caso su tre - ma il trend è comunque in crescita - risulta essere legato alla variante Delta.
Lo scatto di giugno
Nel giro di poco più di un mese, la variante Delta ha praticamente raddoppiato i visti sul suo passaporto. Il primo giugno risultava presente in 62 Paesi. Un paio di settimane dopo questi erano saliti a quota 80. E il 6 luglio scorso, giorno della pubblicazione dell'ultimo bollettino dell'Oms, si è arrivati agli attuali 104 Paesi.