Sotto accusa i funzionari del Dipartimento governativo degli Affari Indigeni (FUNAI) per un insabbiamento
«L'organo che dovrebbe difendere i diritti dei popoli indigeni...lavora per sterminarli: è impossibile immaginare un tradimento più grande». Così la direttrice di "Survival International"
BELÉM - Nascondere le prove dell'esistenza di un popolo incontattato per aprire il suo territorio allo sfruttamento da parte del Governo.
È finito sotto la lente il vero e proprio «tradimento» da parte di alcuni dei massimi funzionari del Dipartimento governativo degli Affari Indigeni (FUNAI), che invece di adempiere al loro compito - ovvero la protezione dei popoli indigeni - ha complottato per il loro sterminio.
La denuncia è arrivata dall'Organizzazione non governativa "Survival International", che ha esposto al mondo il caso del territorio di Ituna Itatá (o "Odore di Fuoco").
Prove insabbiate
Si tratta di un territorio nello stato brasiliano di Parà, che nonostante un "Ordinanza di protezione territoriale" (che include ad esempio il divieto di aprire attività economiche in loco) ha subito «il più alto tasso di deforestazione del Paese sudamericano», ha segnalato Survival in un rapporto.
In ogni caso l’Ordinanza è scaduta il 25 gennaio, e per questo, negli scorsi mesi, alcuni esperti del FUNAI hanno condotto una spedizione sul campo per confermare o meno la presenza di una tribù sul territorio. I presenti hanno trovato prove schiaccianti a dimostrazione della presenza di un popolo indigeno (tra cui una ciotola, resti di cibo, una radura creata per un accampamento), stilando un rapporto dettagliato in merito.
Rapporto che è poi sparito. I funzionari del FUNAI hanno infatti negato l'esistenza di alcuna prova, incontrando anzi in segreto un senatore brasiliano a favore dell'apertura del territorio di Ituna Itatá per fini commerciali.
«Impossibile pensare a un tradimento più grande»
Fortunatamente, il complotto par essere venuto a galla. Il Pubblico Ministero di Altamira, città nei pressi di Ituna Itatá, ha aperto un’indagine e ha chiesto al FUNAI di consegnare il rapporto completo, che ora è nelle loro mani. Ha inoltre ordinato all'ente di rinnovare l'Ordinanza di protezione territoriale.
«È impossibile immaginare un tradimento più grande della missione del FUNAI: l’organo ufficiale che esiste per difendere i diritti dei popoli indigeni sta ora attivamente lavorando per sterminarli. È in corso un genocidio» ha dichiarato ieri Fiona Watson, Direttrice del Dipartimento Campagne di Survival. «Se non fermeremo al più presto questo complotto, assisteremo alla distruzione completa di uno dei popoli più vulnerabili del pianeta».
«Il modo in cui la direzione del FUNAI sta gestendo le Ordinanze di protezione territoriale è un’ulteriore prova delle azioni criminali del governo Bolsonaro nell’ambito del suo attacco ai diritti indigeni, garantiti dalla costituzione» ha dichiarato invece Leonardo Lenin Santos dell' Osservatorio per i diritti umani OPI (Observatório dos Direitos Humanos dos Povos Indígenas Isolados e de Recente Contato). «Il caso del territorio di Ituna Itatá è estremamente grave».