In meno di dieci anni alcune specie si sono diffuse cinque volte più rapidamente che in 50 anni
CIRCOLO POLARE ANTARTICO - La vegetazione cambia, e così la fauna. Gli ecosistemi dell'Antartide si stanno stravolgendo a causa dei cambiamenti climatici. Risultato: in nove anni la presenza di determinate piante è aumentata cinque volte più velocemente che in 50 anni. Tra le cause forse anche la diminuzione di foche.
Ci sono due piante autoctone che si stanno diffondendo rapidamente: sono la Deschampsia antarctica, un'erba della famiglia delle Graminacee, e la Colobanthus stillensis, un'angiosperma dal fiore giallo. Queste, che sono le due piante principali del continente, vengono studiate dagli scienziati dal 1960. Se nei primi 50 anni di ricerca, fino al 2009, queste si diffondevano in modo contenuto e prevedibile, tra il 2009 e il 2018 è stato registrato un aumento della loro presenza molto importante e inaspettato.
Come ha spiegato al Guardian, Nicoletta Cannone, capo ricercatrice dell'Università dell'Insubria di Como, «gli ecosistemi terrestri dell'Anatrtide rispondono rapidamente agli input climatici. Mi aspettavo a un aumento di queste piante, ma non di questa portata. Ci sono prove che un grande cambiamento sta avvenendo». Se l'erba e il fiore si sono diffusi cinque volte di più tra il 2009 e il 2018 che tra il 1960 e il 2009, è perché le temperature sono cambiate notevolmente. Passando da un aumento di 0,02 gradi all'anno a 0,27.
Un altro motivo che potrebbe spiegare la diffusione delle due piante è che mancano le foche che calpestano il terreno. Non è chiaro perché queste siano diminuite, ma potrebbe essere correlato ai cambiamenti della disponibilità di cibo e delle condizioni del mare.
Quello che sembra un piccolo cambiamento, potrebbe in realtà comportare un effetto domino. Cambiamenti nell'acidità del suolo, nei batteri e bei funghi e nel modo in cui la materia organica si decompone verranno causati dall'aumento di queste piante. Se cambia la chimica del suolo, aggiunta la degrado del permafrost, ci saranno «conseguenze su tutte le componenti degli ecosistemi terrestri». Tra queste, la diffusione di altre piante non autoctone che causerebbero una perdita irreversibile di fauna selvatica.