È stata resa pubblica la seconda parte del rapporto del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC)
Per gli scienziati quello odierno «̀è il più cupo degli avvertimenti»
GINEVRA - Il cambiamento climatico sta accelerando rapidamente ed è sulla buona strada per trasformare la vita sulla Terra come la conosciamo, con le azioni (o meglio, l'inazione) da parte umana che stanno causando pericolosi sconvolgimenti che porteranno a conseguenze gravi, devastanti e irreversibili per la biodiversità, gli ecosistemi e la sicurezza alimentare e idrica.
È quanto emerge dall'ultimo rapporto del Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (IPCC), definito dagli scienziati «il più cupo degli avvertimenti». A meno che il riscaldamento globale non venga rallentato in modo drastico, miliardi di persone e altre specie raggiungeranno e oltrepasseranno la soglia in seguito alla quale non saranno più in grado di adattarsi alla nuova normalità.
«L'evidenza scientifica è inequivocabile: il cambiamento climatico è una minaccia alla salute del pianeta», ha detto Hans-Otto Pörtner, co-presidente del gruppo di lavoro 2 dell'IPCC. «Qualsiasi ulteriore ritardo nell'azione globale concertata porterà a mancare la finestra in chiusura per assicurare un futuro vivibile sul pianeta».
«Un atlante della sofferenza»
António Guterres, il segretario generale delle Nazioni Unite, ha dichiarato a riguardo di aver visto «molti rapporti scientifici finora, ma nessuno come questo. Il rapporto IPCC di oggi è un atlante della sofferenza umana e un atto d'accusa schiacciante di una leadership climatica fallita».
John Kerry, l'inviato speciale presidenziale degli Stati Uniti per il clima, ha detto che il rapporto «dipinge un quadro terribile degli impatti che già si verificano a causa di un mondo più caldo e i terribili rischi per il nostro pianeta se continuiamo a ignorare la scienza. La questione a questo punto non è se possiamo evitare del tutto la crisi - è se possiamo evitare le conseguenze peggiori».
Secondo il rapporto, nessuna regione abitata potrà sfuggire ai terribili impatti e agli eventi meteorologici sempre più estremi. Oltre a ciò, circa metà della popolazione globale vive in aree «altamente vulnerabili» al cambiamento climatico.
Ancora due parti del rapporto
Questa è la seconda parte dell'ultimo rapporto di valutazione dell'IPCC (il sesto), che ha richiesto sette anni di lavoro e si basa sul lavoro di migliaia di scienziati. Il rapporto di valutazione è il sesto da quando l'IPCC è stato convocato per la prima volta dalle Nazioni Unite nel 1988, e potrebbe essere l'ultimo ad essere pubblicato mentre c'è ancora qualche possibilità di evitare il peggio.
Una prima parte, pubblicata lo scorso agosto, ha avvertito che la crisi climatica è «inequivocabilmente» causata dalle azioni umane, con cambiamenti «senza precedenti» e in alcuni casi «irreversibili». A confronto, questa seconda parte si occupa degli impatti della crisi climatica, stabilisce le aree in cui il mondo è più vulnerabile, e dettaglia come possiamo cercare di adattarci e proteggerci da alcuni di essi.
Una terza parte, prevista per aprile, riguarderà i modi per tagliare in modo efficace le emissioni di gas serra, e la parte finale, in ottobre, riassumerà i punti chiave per i governi che si incontreranno in Egitto per il vertice sul clima Cop27 delle Nazioni Unite.