Non solo l'Europa, anche in Asia si è accesa la discussione sulla «corsa agli armamenti»
Oltre alla Russia, preoccupano anche la posizione della Cina su Taiwan e le minacce nucleari della Corea del Nord
CANBERRA / TOKYO - L'Australia ha accelerato i piani per l'acquisto di missili a lungo raggio, mentre il Giappone sta valutando un aumento del budget per rafforzare «in modo drastico» le sue capacità difensive, ma anche quelle offensive.
Le notizie che arrivano dall'Asia sono tutt'altro che distensive, e accodate a quanto dichiarato recentemente da molti Stati europei (in primis la Germania) illustrano una realtà mondiale dove si torna a spendere sempre più per le proprie forze armate.
La decisione di Canberra è relativa alle crescenti minacce poste da Russia e Cina, idem per il Giappone, dove però hanno influito anche le rinnovate minacce missilistiche e nucleari della Corea del Nord.
Missili su jet e navi da guerra
L'Australia investirà quindi 2,6 miliardi per installare un nuovo sistema missilistico sui jet da combattimento e sulle navi da guerra, per «aumentare la deterrenza dell'Australia nei confronti dei potenziali avversari».
Lo ha dichiarato il Ministro della Difesa australiano, Peter Dutton, che all'emittente Seven Network ha citato tra i possibili scenari preoccupanti del futuro un aggressione da parte della Cina verso Taiwan.
L'annuncio australiano arriva poi poco dopo la firma dell'accordo di sicurezza raggiunto tra le Isole Salomone e la Cina, secondo cui il Dragone potrebbe inviare del personale militare fino al Sud Pacifico. L'intesa, fortemente voluta da Honiara, ha immediatamente scatenato i timori dei Paesi vicini, in particolare l'Australia. Pechino, lo ricordiamo, ha invece sempre negato di voler realizzare una base militare nelle isole e ha accusato i leader dei Paesi limitrofi di aumentare inutilmente le tensioni.
«Devono capire che attaccando pagheranno un caro prezzo»
Più a nord, il ministro della Difesa giapponese Nobuo Kishi ha detto in un'intervista a Kyodo News che anche Tokyo aumenterà il budget per la difesa: «Vogliamo garantire un budget che sia sufficiente a rafforzare drasticamente le nostre capacità di difesa», lo ha spiegato citando come esempio proprio la decisione simile presa da Berlino.
Il Ministero - ha spiegato Kishi - andrà inoltre avanti a valutare un piano controverso che consentirebbe al Giappone - che ha a lungo mantenuto una politica esclusivamente orientata alla difesa - di acquisire delle «capacità offensive» per poter colpire delle basi nemiche. Il motivo è da ricondurre alla situazione di tensione che si respira nel continente (e nel mondo). Oltre all'aumento delle attività militari nordcoreane, e quanto sta succedendo in Ucraina, anche gli esperti diplomatici e della difesa giapponese hanno detto che l'offensiva russa potrebbe incoraggiare la Cina ad attaccare Taiwan.
Kishi ha detto che è quindi importante «lavorare insieme alla comunità internazionale per scoraggiare la Cina e per evitare che si verifichino emergenze militari nello stretto di Taiwan», aggiungendo però che «il Giappone dovrebbe avere delle capacità offensive, come quella di colpire una base nemica, per rafforzare la deterrenza» in modo che i potenziali nemici comprendano che «pagherebbero un caro prezzo» attaccando il paese.