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La mancanza di carburante ha fatto scattare sabato una serie di proteste che hanno messo in fuga il capo di Stato
COLOMBO - Dopo la rabbia, la calma. All'indomani della rivolta che ha portato alle dimissioni del presidente e del primo ministro dello Sri Lanka, le autorità hanno annunciato la ripresa della vendita di combustibili ai privati.
La mancanza di benzina, in un paese ormai al collasso economico, è stato uno dei fattori che ha fatto scattare la protesta di ieri, con l'invasione dei palazzi del potere e la cacciata del presidente Gotabaya Rajapaksa e del premier Ranil Wickremesinghe.
Oggi intanto si riuniscono i partiti di opposizione per decidere sulla formazione di un governo di unità nazionale. Sarà Sajith Premadasa, leader de principale partito di opposizione Sjb (Potere del popolo unito) a presiedere l'incontro con il Congresso musulmano, Alleanza progressista e Congresso per tutto il Ceylon. L'Sjb aveva rifiutato ieri di partecipare a una riunione convocata dal governo, ritenendolo illegittimo. L'ipotesi su cui lavorano le forze politiche è di nominare il presidente del parlamento, Mahinda Yapa Abeywardene, come capo dello stato ad interim, perché stabilisca un governo di unità nazionale e un percorso verso le elezioni.
Le autorità dello Sri Lanka hanno anche dato ordine di accelerare le procedure per la distribuzione delle 7'400 tonnellate di gas liquefatto che sono attese nel paese fra oggi e il 15 luglio. La distribuzione inizierà martedì, ha informato un comunicato della presidenza. Infine la compagnia Lanka Ioc ha ripreso oggi la vendita di benzina nei distributori dopo tre giorni di stop che avevano alimentato la rabbia popolare.
Sabato dei manifestanti hanno preso d'assalto il palazzo presidenziale, costringendo Gotabaya Rajapaksa a fuggire attraverso un cancello sul retro sotto la protezione dei militari. Al momento si trova su una nave che ha raggiunto le acque meridionali dell'isola.
