Lo dice l'Onu nella Giornata internazionale per la riduzione dei disastri.
NEW YORK - Nella Giornata internazionale per la riduzione del rischio di disastri, istituita dall'Onu del 1989 e celebrata ogni anno il 13 ottobre, le Nazioni Unite pubblicano il rapporto "Global Status of Multi-Hazard Early Warning Systems - Target G" per sollecitare investimenti urgenti per la prevenzione e riduzione dei numerosi rischi - tra cui tempeste, tsunami, siccità, ondate di caldo con perdite di vite umane, di infrastrutture ed economiche - che puntino anche sulla informazione e preparazione delle popolazioni non solo dall'impatto iniziale dei disastri, ma anche dagli effetti successivi, come la liquefazione del suolo dopo un terremoto o una frana e focolai di malattie dopo forti piogge.
«Ho visto in prima persona la devastazione scatenata dalle recenti inondazioni in Pakistan" dove sono morte quasi 1.700 persone, ha ricordato il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres rilevando il costo elevato di vite e centinaia di miliardi di dollari di danni e osservando che «tre volte più persone sono sfollate a causa di disastri climatici rispetto alla guerra».
Nonostante "questa carneficina" in Pakistan, evidenzia la direttrice dell'Undrr (ufficio dell'Onu per la riduzione del rischio di catastrofi), Mami Mizutori, «il bilancio delle vittime sarebbe stato molto più alto se non fosse stato per i sistemi di allerta precoce».
Elaborato dall'Undrr e dall'Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), il rapporto richiama l'obiettivo G del quadro di Sendai (il documento internazionale adottato dai Paesi Onu per la riduzione del rischio di disastri): «Aumentare sostanzialmente la disponibilità e l'accesso a sistemi di allerta precoce multi-rischio e informazioni e valutazioni sui rischi di catastrofi per le persone entro il 2030».
Nei primi sette anni di attuazione del quadro di Sendai (2015-2021), 145 paesi hanno segnalato un totale di 1,05 miliardi di persone colpite da disastri mentre le perdite annue economiche dichiarate sono state in media di 330 miliardi di dollari. Solo nel 2021 sono stati registrati 38 milioni di nuovi sfollati, di cui oltre il 60% a causa di disastri naturali.