Dalle difficili condizioni di lavoro alla scarsa attrattività del settore, l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) lancia l'allarme.
GINEVRA - L'Europa sta vivendo una vera e propria crisi del personale sanitario: a partire dalle difficili condizioni di lavoro, dall'età crescente degli operatori e dalla scarsa attrattività del settore. L'allerta arriva dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
L'Ufficio regionale dell’Oms per l'Europa ha appena pubblicato la Dichiarazione di Bucarest, un documento che traccia una via da seguire per fronteggiare le criticità del settore chiedendo un'azione immediata alla politica e maggiori investimenti.
Adottata in occasione di un incontro regionale a Bucarest, co-organizzato da Oms-Europa e Ministero della Salute rumeno, la Dichiarazione si inserisce sullo sfondo di una grave crisi che colpisce gli operatori sanitari in tutta la regione, che ha portato anche a scioperi e azioni sindacali.
«La crisi del personale sanitario è qui e ora. Gli operatori sanitari e i lavoratori in tutta la nostra regione - afferma Hans Kluge, direttore regionale dell'Oms per l'Europa - chiedono a gran voce aiuto e sostegno. La pandemia di Covid-19 ha rivelato la fragilità dei sistemi sanitari e l'importanza di una forza lavoro sanitaria solida e resiliente. Non possiamo più aspettare per affrontare le pressanti sfide che il nostro personale sanitario deve fronteggiare. Sono in gioco la salute e il benessere delle nostre società: semplicemente non c'è tempo da perdere».
Allarmanti i dati evidenziati dall'Oms-Europa: in 13 dei 44 paesi che forniscono dati, il 40% dei medici ha già 55 anni o più, il che rappresenta una sfida significativa per la sostenibilità della forza lavoro. Allo stesso tempo, i mercati del lavoro stanno cambiando con una mobilità e una migrazione dei lavoratori sempre più complesse. Di conseguenza, alcuni paesi, afferma l'Oms, "trovano sempre più difficile attrarre e trattenere i giovani nelle professioni sanitarie e assistenziali". La pandemia, afferma ancora l'Oms, «ha solo aggravato questi problemi, portando a stress, esaurimento e violenza tra i lavoratori, molti dei quali si sono licenziati».
Il Covid ha alimentato la crisi - Durante la prima ondata della pandemia nel marzo 2020, la Regione ha registrato un incredibile aumento del 62% delle assenze degli operatori sanitari. Problemi di salute mentale sono stati segnalati in quasi tutti i paesi della Regione e, in alcuni, oltre l'80% degli infermieri ha riportato una qualche forma di disagio psicologico correlato alla pandemia. Inoltre, l'Oms/Europa ha ricevuto segnalazioni secondo cui 9 infermieri su 10 avevano dichiarato la loro intenzione di lasciare il lavoro. Durante lo scorso anno, l'Europa ha inoltre visto un numero crescente di scioperi tra gli operatori sanitari che denunciano condizioni di lavoro difficili e risorse insufficienti.
In risposta a queste sfide, la Dichiarazione di Bucarest chiede un'azione politica su 5 punti: migliorare il reclutamento e la fidelizzazione degli operatori sanitari e assistenziali; migliorare i meccanismi di offerta del personale sanitario; ottimizzare le prestazioni del personale sanitario e assistenziale; pianificare meglio il personale; aumentare gli investimenti pubblici nella formazione, nello sviluppo e nella protezione della forza lavoro.