Donald Trump continua a interpretare il ruolo della vittima sacrificale. E l'elettorato americano gli dà credito (e pure soldi).
WASHINGTON - Donald Trump è pronto a dare battaglia al sistema giudiziario americano che lo ha incriminato, e interpretando il ruolo della vittima di una persecuzione politica, prova ad accreditarsi, almeno presso la base dei repubblicani, come il candidato più forte per le presidenziali del 2024.
Dopo aver ricoperto d'insulti, accusandolo di corruzione e manipolazione, il procuratore di Manhattan Alvin Bragg, nell'ultimo post sul suo social media Truth l'ex presidente ha iniziato a prendere di mira il giudice che con tutta probabilità presiederà l'eventuale processo a suo carico. «Mi odia», ha tuonato il tycoon parlando di Juan Manuel Merchan. Il giudice ha già presieduto il processo contro due società della Trump Organization e il loro ex chief financial officer, Allen Weisselberg, uno dei consiglieri più fidati di Trump. E sta anche supervisionando il procedimento per frode e riciclaggio contro Steve Bannon, l'ex capo stratega del tycoon. «È un tribunale fantoccio», ha attaccato l'ex presidente ribadendo che si tratta di «interferenza nel voto».
La sua campagna ha annunciato che la raccolta fondi lanciata dal tycoon subito dopo la notizia della sua incriminazione ha raccolto oltre quattro milioni di dollari in un solo giorno. Dati che non possono essere verificati ma la diffusione di questo tipo di propaganda rivela come Trump abbia scelto la linea del contrattacco. «Il presidente ha raccolto oltre quattro milioni di dollari nelle 24 ore successive alla persecuzione politica senza precedenti del procuratore di Manhattan Alvin Bragg», si legge in una mail della campagna nella quale si sottolinea che il tycoon «è il principale candidato presidenziale repubblicano» e che «oltre il 25% dei fondi proviene da nuovi donatori». Un elemento confermato dagli ultimi sondaggi che effettivamente indicano come la base repubblicana sia dalla sua parte e lo consideri una vittima dell'establishment corrotto.
Intanto le forze dell'ordine di New York si preparano alla giornata epica di martedì 4 aprile, quando per la prima volta nella storia americana un ex presidente varcherà la soglia di un tribunale. Nelle ultime ore si sono susseguiti una serie di briefing tra la polizia della metropoli, Nypd, il Secret Service, gli US Marshals e gli agenti addetti ai tribunali per fare il punto sulla sicurezza e ridurre al minimo i rischi.
In un'intervista al britannico Times, l'attrice hard Stormy Daniels ha espresso il timore che l'incriminazione di Trump provochi nuovo caos, come accadde il 6 gennaio del 2021 con l'attacco a Capitol Hill. «È un fatto monumentale, epico. Sono fiera di me, è stata una vendetta. La cosa più divertente è che ho ricevuto la notizia mentre mi trovavo su un cavallo chiamato "Redeption", redenzione», ha raccontato la pornostar. «L'altro lato della medaglia è che questo evento dividerà ulteriormente gli americani. Se l'è già cavata una volta dopo aver aizzato alla rivolta e creato il caos. Quale che sia l'esito dell'incriminazione ci saranno violenza, feriti e morte». Quanto ai timori di ritorsioni da parte dell'ex presidente, la 44enne ha ironizzato: «L'ho visto nudo, non c'è niente di peggio».