Alexey Navalny, oppositore russo, è accusato di estremismo; domani la sentenza.
MOSCA - L'oppositore russo in carcere, Alexey Navalny, dice di aspettarsi una pena «lunga», una sentenza «stalinista», nel processo che lo vede accusato di «estremismo» e del quale domani è attesa appunto la sentenza.
«La formula per calcolarla è semplice: quello che ha chiesto il pubblico ministero meno il 10-15%. Hanno chiesto 20 anni, ne daranno 18 o qualcosa del genere», scrive sul web il dissidente, dietro le sbarre da due anni e mezzo.
Le autorità russe, aggiungendo un'ulteriore accusa a carico dell'oppositore, hanno bollato come «estremiste» sia la rete di uffici di Navalny in Russia sia la Fondazione Anticorruzione dell'oppositore che negli anni passati ha dato più di un grattacapo agli alleati di Putin: su quest'accusa è basato il processo che si chiude domani.
«Pensate al motivo per cui è necessaria una condanna così evidentemente enorme. Il suo scopo principale è intimidire. Voi non me», scrive Navalny, considerato il rivale politico numero uno del leader del Cremlino. Navalny è stato arrestato nel gennaio del 2021, non appena ha rimesso piede a Mosca da Berlino, dove era stato curato per un avvelenamento che ha fatto temere per la sua vita e per il quale i principali indiziati sono i servizi segreti russi.
Navalny denuncia inoltre continui soprusi in carcere e di essere ripetutamente rinchiuso in un'angusta cella di punizione con i pretesti più inconsistenti.