Clamoroso dietrofront del regime militare che ieri si era detto disponibile a una «soluzione diplomatica» per risolvere la crisi.
NIAMEY - Il nuovo Niger del regime militare resta alla deriva tra i messaggi discordanti dei golpisti che a fine luglio hanno spodestato il presidente Mohamed Bazoum, provocando un terremoto nella regione e non solo. All'indomani di una inaspettata apertura alla via diplomatica per risolvere la crisi, gli stessi leader del colpo di Stato hanno reso noto che «perseguiranno» il deposto Bazoum per «alto tradimento» e «minaccia alla sicurezza» del Paese.
«Il governo del Niger ha finora raccolto prove per perseguire il presidente deposto e i suoi complici locali e stranieri davanti agli organismi nazionali e internazionali competenti», ha sottolineato il colonnello-maggiore dei golpisti Amadou Abdramane. Ma secondo i leader della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (Ecowas), la mossa è solamente una nuova «provocazione» del regime, che «contraddice la volontà attribuita alle autorità militari della Repubblica di ripristinare l'ordine costituzionale con mezzi pacifici».
Bazoum, la cui elezione nel 2021 è considerata una pietra miliare nella travagliata storia del Niger, è stato rovesciato il 26 luglio da membri della sua guardia presidenziale, dopo essere sopravvissuto ad altri due precedenti tentativi di colpo di Stato. La sua caduta ha scatenato un'onda d'urto in tutta l'Africa occidentale, dove anche Mali e Burkina Faso sono stati colpiti da golpe militari.
Nel tentativo di fermare l'effetto domino, l'Ecowas ha approvato la scorsa settimana il dispiegamento di una «forza di riserva per ripristinare l'ordine costituzionale». E ha imposto sanzioni a Niamey, che Abdramane ha denunciato come «illegali, disumane e umilianti»: secondo il leader militare, le misure «privano il Paese di prodotti farmaceutici, generi alimentari» e «forniture di energia elettrica». Ciò nonostante, il Niger è in grado di «superarle», secondo il premier nominato dalla giunta militare, Ali Mahaman Lamine Zeine, anche se rappresentano «una sfida ingiusta».
Resta così lo stallo e l'incertezza sul futuro del Paese, mentre l'Unione africana (Ua) convoca una riunione "per ricevere un aggiornamento sull'evoluzione della situazione in Niger e sugli sforzi per affrontarla", ha reso noto l'organismo panafricano in un post su X. Tra i presenti figurano rappresentanti del Niger e del dell'Ecowas e il capo della Commissione dell'Ua, Moussa Faki Mahamat, che la scorsa settimana ha espresso "profonda preoccupazione" per le pessime condizioni della detenzione di Bazoum, definendo "inaccettabile" il suo trattamento da parte dei golpisti.
L'incontro dell'Ua avviene dopo il rinvio sine die di una riunione dei capi di stato maggiore dell'Ecowas che mirava a informare i leader «delle migliori opzioni» a seguito della loro decisione di attivare e dispiegare la loro «forza di attesa» per ripristinare il governo del presidente Bazoum. Il calendario e i termini di un possibile intervento militare dell'Africa occidentale non sono stati resi noti, mentre i vertici dell'Ecowas hanno comunque ribadito di favorire la via diplomatica per una risoluzione della crisi. E secondo una delegazione di religiosi nigeriani, anche il capo dei golpisti Abdourahamane Tiani «ha dichiarato che la sua porta era aperta per esplorare la via della diplomazia e della pace al fine di risolvere» la crisi.
Nel frattempo, prosegue la violenza e l'instabilità nel Paese, uno dei più poveri e turbolenti del mondo e spesso in fondo all'indice di sviluppo umano delle Nazioni Unite. Secondo l'Alto Comando della Guardia Nazionale sei soldati nigerini e dieci «terroristi» sono stati uccisi durante combattimenti a una ventina di chilometri dalla cittadina di Sanam, nell'ovest del Paese. La località si trova nella regione di Tillabéri, nella cosiddetta zona dei «tre confini» situata tra Niger, Mali e Burkina Faso, teatro di numerosi attacchi jihadisti. È proprio con il «deterioramento della sicurezza» nel Paese che il regime militare ha giustificato il suo colpo di Stato del 26 luglio.