Sono state montate strutture provvisorie per proteggere la cattedrale. L'azienda Le Bras Frères respinge ogni responsabilità
PARIGI - A una settimana dal rogo che ha devastato Notre Dame, la cattedrale è stata ricoperta di teli e sostegni per evitare ulteriori danneggiamenti dovuti alla pioggia prevista per questi giorni. Sono state chiuse le voragini nel tetto e messe in sicurezza le parti pericolanti. Molte statue sono state portate in altri luoghi. La paura maggiore è che il peso dell’acqua porti a nuovi crolli.
Le previsioni meteorologiche non sono delle migliori. Per questo è stato necessario intervenire con la massima velocità, anche grazie all'intervento di scalatori esperti. «La priorità è impermeabilizzare la cattedrale», ha spiegato l’architetto capo dei restauri, Philippe Villeneuve, a BFMTV.
Soluzioni provvisorie - Queste soluzioni sono ovviamente provvisorie. Fin dalle prime ore si è parlato di costruire un ombrello permanente che permetterà di mettere in salvo la struttura durante gli anni che serviranno a riportare uno dei più importanti simboli di Parigi al suo splendore. Il presidente Emmanuel Macron ha fissato l'obiettivo di completare la ricostruzione della cattedrale entro cinque anni. Un’ipotesi troppo ottimistica per molti esperti.
Per quanto riguarda i lavori interni «inizieremo con il coro e poi con la navata», ha spiegato ad AFP l'addetto alla comunicazione di Notre Dame, Andre Finot. Secondo vari architetti, la fase di preparazione al lavoro effettivo dovrebbe essere la più lunga e più complessa fra analisi, valutazione delle competenze e messa in sicurezza. In un secondo momento, le moderne tecnologie dovrebbero consentire di completare il progetto abbastanza rapidamente.
L'inchiesta continua - Per quanto riguarda l'inchiesta l'ipotesi più accreditata è sempre quella dell'incidente. Nelle ultime ore, i dipendenti dell'azienda che ha montato le impalcature attorno alla guglia hanno ammesso di aver fumato sulle impalcature. Il fatto è «deplorevole, ma non collegato all'incendio», ha spiegato il portavoce della Le Bras Frères, Marc Eskenazi. «È fuori questione che le fiamme siano partite anche dagli ascensori».