24 anni e almeno 74 schiave virtuali costrette a pratiche avvilenti condivise via Telegram con migliaia di persone
SEUL - A soli 24 anni dirigeva un cartello via social che si occupava di molestare e ricattare donne e ragazze fino ridurle in una sorta di «schiavitù virtuale».
Cho Ju-bin – la cui identità è stata diffusa ieri dalle autorità – era conosciuto anche con gli pseudonimi di “Baksa” e “Doctor” ed è sospettato di aver circuito 58 donne e 16 ragazze minorenni.
Il modus operandi del giovane, riporta il media sudcoreano Yonhap, era sempre il medesimo: si avvicinava a persone in difficoltà economiche e in cerca di lavori part-time e offriva loro soldi in cambio di scatti di nudo.
Queste venivano poi usate come leva per ricattarle facendole cadere in un baratro di abusi. A loro venivano poi chieste nuove foto e atti sempre più estremi, ad alcune è stato chiesto di incidere la parola “schiava” nella propria carne con una lama.
I video venivano poi diffusi in una chat di Telegram con 10'000 membri a cui ci si poteva iscrivere previo pagamento (con tariffe d'ingresso anche fino a 1'200 dollari).
«Grazie per aver fermato quell'inarrestabile demone che avevo dentro di me», ha detto ai media il ragazzo, «chiedo scusa a tutte quelle a cui ho causato dolore». Ju-Bin è accusato di abusi sessuali, minacce, coercizione e possesso di materiale pedopornografico.