Le violenze si sono verificate durante la marcia illegale per il 102esimo anniversario dell'indipendenza
VARSAVIA - Decine di feriti, fra i quali anche diversi giornalisti e 35 agenti di polizia, almeno 300 persone fermate e 36 arresti: questo è il primo bilancio dei gravi scontri avvenuti ieri sera a Varsavia fra gruppi di nazionalisti polacchi e la polizia.
Le violenze si sono verificate in occasione della marcia organizzata per festeggiare il 102esimo anniversario dell'indipendenza della Polonia.
Le forze dell'ordine riferiscono anche dell'incendio di un appartamento e di diversi danni all'infrastruttura stradale. Secondo il portavoce della polizia, fra alcune migliaia di partecipanti alla marcia - illegale a causa delle restrizioni dovute alla pandemia - vi erano tifosi e hooligan, e molte persone in stato di ubriachezza.
Le pattuglie della polizia sono state attaccate con pietre e bottiglie. Un razzo sparato dai manifestanti ha provocato l'incendio in una casa lungo il percorso della marcia. «Dobbiamo prendere sulle nostre spalle la croce di Cristo e diventare i suoi nuovi cavalieri», ha detto all'inizio Robert Baczkiewicz, capo dell'associazione Marcia dell'Indipendenza, che ha organizzato l'evento, rivolgendosi agli ultrà presenti e invitandoli - come ai tempi delle crociate - a «conquistare Gerusalemme».
Scontri si sono verificati anche a Breslavia, dove si registrano 11 arresti.