Il ministro australiano Christian Porter era stato accusato via lettera da una donna che si è tolta la vita nel 2020
SYDNEY - Si è fatto avanti in prima persona per rispondere a un'accusa di stupro che aleggiava sopra a tutti i ministri maschi del governo.
Così il Procuratore Generale australiano, Christian Porter, ha preso oggi la parola negando qualsiasi coinvolgimento: «Semplicemente, non è mai successo».
Tutto è iniziato con una lettera, giunta al premier Scott Morrison, di cui i media australiani hanno dato notizia e che accusava un ministro del suo gabinetto. La vittima - che al momento della violenza, avvenuta nel 1988, aveva 16 anni - si è poi tolta la vita nel 2020.
La scelta di Porter di farsi avanti, ha permesso di sgomberare i sospetti sugli altri membri dell'esecutivo.
Durante una conferenza stampa fortemente emotiva, l'Attorney General ha confermato di aver conosciuto la vittima quando lui era 17enne - «era una persona felice, intelligente e brillante» - ma ha negato categoricamente qualsiasi comportamento improprio.
Malgrado le richieste ha confermato la sua intenzione di non dimettersi, prendendosi però un permesso «per motivi di salute mentale».