Le milizie assicurano di stare «mantenendo la parola», permettendo ad afghani e stranieri di andarsene
KABUL - I talebani «stanno mantenendo la parola», permettendo e anzi sostenendo le operazioni di evacuazione degli stranieri dall'aeroporto di Kabul. Lo ha detto un portavoce delle milizie all'agenzia stampa Reuters.
Lo stanno facendo davvero? - «Stiamo facilitando l'uscita sicura non solo per gli stranieri ma anche per gli afghani. Stiamo impedendo qualsiasi forma di violento scontro verbale all'aeroporto tra afghani, stranieri e membri talebani», ha spiegato il funzionario. Dichiarazioni che sono state almeno parzialmente contraddette da alcune testimonianze raccolte dai media internazionali, che parlano di cittadini ai quali non è stato permesso di raggiungere lo scalo nonostante fossero in possesso di documenti validi per l'espatrio.
Inoltre non si tiene conto delle almeno 12 persone che sono morte da domenica a oggi all'aeroporto della capitale afghana. Una cifra che è stata confermata dagli stessi talebani. Gli Stati Uniti, dal 14 agosto a oggi, hanno fatto partire 7000 persone e 2000 nelle ultime 24 ore. Lo ha confermato la Casa Bianca. Le operazioni sono sorvegliate in cielo da jet americani, che si limitano a un ruolo di controllo.
La transizione pacifica è incrinata da nuovi morti durante le proteste di giovedì, avvenute in concomitanza con la celebrazione del 102esimo anniversario dell'indipendenza dell'Afghanistan.Gli scontri più sanguinosi avrebbero avuto luogo ad Asadabad: è stato segnalato un numero imprecisato di morti. Mercoledì varie persone sono state uccise mentre dimostravano contro i talebani a Jalalabad.
La caccia ai collaborazionisti - Non solo: la Bbc afferma di aver visionato un documento riservato delle Nazioni Unite, che indica che i talebani sarebbero a caccia di coloro che hanno collaborato con le forze Usa e Nato negli ultimi 20 anni. Il documento sarebbe stato prodotto dal Norwegian Centre for Global Analyses, che si occupa di fornire informazioni d'intelligence all'Onu.
«I talebani stanno arrestano e/o minacciando di arrestare o imprigionare i famigliari degli obiettivi, a meno che costoro non si costituiscano». A essere maggiormente a rischio sono i funzionari militari e di polizia. Le liste sarebbero state create ben prima della conquista delle maggiori città dell'Afghanistan.