Nei piani della nuova caserma al Vaticano una parte femminile, Ruth Metzler: «Così si amplia il bacino di reclutamento»
Ogni anno, infatti, è necessario trovare una trentina di nuove reclute. E non è affatto semplice
CITTÀ DEL VATICANO - 50 milioni di franchi svizzeri per adattare le caserme delle guardie svizzere al Vaticano affinché possano ospitare anche soldatesse di sesso femminile. Questo anche se - al momento - alabarda, armatura e divisa tricolore sono sempre un'esclusiva maschile.
A svelare i piani, che potrebbero anticipare un cambiamento epocale per la tradizionale Guardia pontificia, un'indiscrezione pubblicata oggi dalla SonntagsZeitung che prevede di completare l'ampliamento entro il 2026.
«Sin dall'inizio della progettazione abbiamo avuto l'idea di considerare una presenza femminile», spiega Jean-Pierre Roth, il responsabile della Fondazione Restauro della Caserma che presiede al progetto. Al momento le caserme della guardia svizzera ci sono solo uomini, le eventuali mogli degli ufficiali sono alloggiate con i mariti in altri stabili.
L'apertura alle donne, potrebbe rendere meno annoso l'impegno di garantire un ricambio costante del corpo di 135 soldati di stanza in Vaticano. Ogni anno sono necessarie circa una trentina di nuove reclute.
«Ho sempre sostenuto la presenza femminile», commenta l'ex-consigliera federale Ruth Metzler-Arnold presidentessa della Fondazione de la Guardia, «questo cambiamento porterà a un aumento del bacino di reclutamento per la Guardia».
Sebbene si addestri presso l'esercito svizzero, la Guardia svizzera pontificia non è considerato parte dell'esercito elvetico per motivi di sovranità. È attualmente il più antico corpo permanente al mondo, in servizio ininterrottamente dal 1506 a oggi.
Al momento per far parte del corpo bisogna essere maschi, svizzeri, cattolici, alti almeno 174 centimetri e fra i 19 e i 30 anni di età.