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REGNO UNITOGli Usa vincono il ricorso sull'estradizione di Julian Assange

10.12.21 - 11:27
L'Alta Corte d'Appello di Londra ha accettato le assicurazioni di Washington sulle condizioni di detenzione
keystone-sda.ch / STF (Frank Augstein)
Gli Usa vincono il ricorso sull'estradizione di Julian Assange
L'Alta Corte d'Appello di Londra ha accettato le assicurazioni di Washington sulle condizioni di detenzione
Amnesty International: «Una parodia della giustizia»

LONDRA - L'Alta Corte d'Appello di Londra ha emesso la sentenza sul ricorso degli Stati Uniti contro il rifiuto di estradare Julian Assange.

I giudici britannici hanno deciso che il leader di Wikileaks può essere estradato sulla base della garanzia espressa da Washington sulle appropriate condizioni di detenzione del 50enne. Lo scorso mese di gennaio, invece, un'altra corte aveva rifiutato l'estradizione per timori sulla sua salute mentale. «Questo rischio è a nostro giudizio escluso dalle rassicurazioni che vengono offerte» ha spiegato il giudice Lord Burnett, aggiungendo: «Questa conclusione è sufficiente per determinare il ricorso a favore degli Usa».

Il caso tornerà quindi in corte di assise, dove sarà nuovamente dibattuto. Il ricorso da parte dei legali di Assange contro la decisione odierna sarà presentato «al più presto possibile».

Una volta negli Stati Uniti Assange potrebbe affrontare 18 capi d’accusa: 17 ai sensi della Legge sullo spionaggio e uno ai sensi della Legge sulle frodi e gli abusi informatici. Assange è stato il primo soggetto del mondo del giornalismo a essere incriminato ai sensi della Legge sullo spionaggio, sottolinea Amnesty International.

Fuori dal tribunale si è radunata una folla di sostenitori di Assange, che hanno chiesto a gran voce la sua liberazione. La notizia è stata accolta con stupore e malumore dai manifestanti. Stella Morris, la fidanzata di Assange presente alla lettura della sentenza, ha parlato di un «grave errore giudiziario». Il responsabile di Reporter Senza Frontiere ha condannato la decisione dell'Alta Corte, assicurando che «Julian Assange è stato preso di mira per il suo contributo al giornalismo».

Amnesty International: «È una parodia della giustizia»
Commentando la vicenda, il direttore per l'Europa di Amnesty International, Nils Muižnieks, ha dichiarato che «questa è una parodia della giustizia. Consentendo questo appello, l'Alta Corte ha scelto di accettare le assicurazioni diplomatiche profondamente viziate fornite dagli Usa, secondo cui Assange non sarebbe stato tenuto in isolamento in un carcere di massima sicurezza. Il fatto che gli Stati Uniti si siano riservati il diritto di cambiare idea in qualsiasi momento significa che queste garanzie non valgono la carta su cui sono scritte».

«Se estradato negli Stati Uniti, Julian Assange potrebbe non solo dover affrontare un processo per accuse ai sensi della legge sullo spionaggio, ma anche un rischio reale di gravi violazioni dei diritti umani a causa delle condizioni di detenzione che potrebbero equivalere a tortura o altri maltrattamenti», ha poi aggiunto.

«L'accusa del governo americano rappresenta una grave minaccia alla libertà di stampa sia negli Stati Uniti che all'estero. Se confermata, minerebbe il ruolo chiave dei giornalisti e degli editori nello scrutinio dei governi e nella denuncia dei loro misfatti - e lascerebbe i giornalisti in ogni luogo a guardarsi le spalle» ha concluso Muižnieks.

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