La più colpita è la contea di Marsabit, che ha subito anche un'invasione delle locuste
NAIROBI - La crisi climatica continua a minacciare i mezzi di sussistenza in Kenya, con la lunga siccità e le inondazioni che uccidono il bestiame da cui dipende un alto numero di famiglie.
Il governo ha detto che, sulle 47 contee del Paese, 23 fanno fronte a una carenza di cibo e acqua, mentre il dipartimento meteorologico ha messo in guardia da un potenziale incremento di conflitti dovuti alle risorse sempre inferiori a disposizione per la sopravvivenza.
La contea di Marsabit è particolarmente esposta a questo rischio per il conflitto endemico tra le comunità pastorali dei Borana e dei Gabra. Le scarse piogge dell'ultimo trimestre del 2021 sono state precedute nel 2020 dall'invasione delle locuste, con gli animali ora sono troppo deboli per produrre latte e troppo magri per essere venduti.
Il presidente, Uhuru Kenyatta, ha dichiarato la siccità calamità naturale lo scorso settembre, e 2,1 milioni di persone - il 4 per cento della popolazione keniota - sono alle prese con la fame, secondo i dati governativi.
Le autorità hanno investito 450 milioni di scellini (equivalenti a 3,7 milioni di franchi) per comprare 11'250 capi di bestiame e 3200 capre dai contadini nelle contee più colpite, mentre la vice direttrice generale della FAO, Beth Bechdol, ha detto durante una conferenza stampa nella capitale Nairobi che l'Organizzazione dell'Onu per l'alimentazione e l'agricoltura deve cambiare approccio dopo ripetuti tentativi dai «risultati deludenti».