La foto della ragazza ha fatto il giro del mondo dopo il bombardamento dell'ospedale di Mariupol, la settimana scorsa.
MARIUPOL - Una giovane donna incinta, ferita e distesa su una barella. Sotto di lei una coperta rossa a pallini neri. Mentre la trasportavano si notavano subito il suo sguardo sotto shock e quella mano che teneva stretta sul grembo, sanguinante, per proteggere la vita che portava dentro di sé. Sullo sfondo le macerie fumanti dell'ospedale di Mariupol, colpito pochi minuti prima dai missili russi. La protagonista di quella foto, che ha fatto il giro del mondo, non ce l'ha fatta. E nemmeno il suo bambino.
Lo riferisce oggi l'Associated Press, che racconta gli istanti successivi a quello scatto così forte, che ha incorniciato l'orrore degli scorsi giorni. La giovane era stata subito trasportata d'urgenza in un altro ospedale, dove i medici hanno fatto il possibile per salvarle la vita. Realizzando che stava per perdere il suo bambino, avrebbe urlato ai medici di «ucciderla subito».
La giovane aveva riportato fratture al bacino e a un'anca. I medici hanno effettuato un cesareo per tentare di salvare il piccolo, ma non c'è stato nulla da fare. Il neonato non dava «più segni di vita», ha spiegato il chirurgo all'agenzia. E poco dopo lo stesso destino è toccato alla madre. Gli «oltre 30 minuti» di tentativi di rianimarla non sono purtroppo serviti. «Sono morti entrambi».
Il corpo della giovane è stato restituito al marito. Nella tragedia della morte, hanno sottolineato medici, le è stato perlomeno risparmiato l'orrore ulteriore di finire in una delle tante fosse comuni. Un destino che invece è toccato a tante delle vittime di Mariupol.