Il racconto di una delle sopravvissute delle acciaierie Azovstal di Mariupol, in salvo oggi a Zaporizhzhia.
Oggi ad accoglierli è previsto anche l'arrivo di Zelensky. Nei bunker però restano ancora centinaia di persone.
ZAPORIZHZHIA - Nascosti metri e metri sottoterra, in una rete di bunker costruiti durante l'Unione Sovietica e pensati per resistere anche agli attacchi più duri.
Ma bomba dopo bomba, boato dopo boato, scossa dopo scossa (spesso accompagnata da sabbia frusciante che ti arriva sulla testa) «anche noi cominciavamo a pensare che il soffitto non avrebbe retto» - ricorda Natalia*, 37 anni, per mesi bloccata assieme a tanti altri nei meandri delle acciaierie Azovstal, «quando il bunker tremava, e lo faceva fortissimo, impazzivo dalla paura. Mio marito può testimoniare. Pensavo che a un certo punto si aprisse e tutto ci crollasse addosso».
Natalia, come altri suoi concittadini, è fra gli evacuati che hanno lasciato domenica Mariupol e le acciaierie Azovstal sui convogli diretti verso ovest e la città di Zaporizhzhia. Uno degli aspetti più scioccanti, come già evidenziato da altri superstiti rifugiati come lei, riguarda la luce del sole: «È una cosa che ti colpisce subito lo abbiamo visto da così tanto tempo», annuisce Natalia che ha raccontato la sua incredibile disavventura al Guardian.
«Mentre il bus lasciava la città ho scherzato con mio marito: “Almeno adesso per andare in bagno non dobbiamo portarci dietro la torcia”», ironia che nasconde però un'esperienza traumatica oltre l'immaginabile, «io a Mariupol ci ho vissuto, ci ho lavorato tutta la vita, ma non avete idea di quello che ho visto. Non potete immaginare quello che abbiamo vissuto lì sotto, è puro terrore».
Oggi a Zaporizhzha, dove stanno arrivando le prime centinaia di evacuati che hanno lasciato la città a bordo di veicoli dell'Onu e della Croce Rossa, dovrebbe arrivare in visita anche il presidente Volodymyr Zelensky. Le operazioni di sgombero, che avrebbero dovuto continuare oggi stanno comunque procedendo con molto ritardo. I motivi sono di ordine organizzativo ma anche bellico, con le forze russe che non stanno rispettando il cessate il fuoco.
Al momento alle acciaierie Azovstal, ultimo baluardo nella città portuale ormai completamente in mano russa, ospita ancora un numero non precisato di civili (inizialmente le stime parlavano di circa un migliaio) oltre a un corpo di soldati del noto battaglione Azov, che presiede la struttura.
A venire evacuati, lo ricordiamo, sono esclusivamente i civili non i militari (neanche quelli feriti). Secondo diverse agenzie stampa internazionali all'interno della struttura starebbero iniziando a scarseggiare.
*nome noto alla redazione