Due degli attivisti coinvolti sono intanto stati denunciati dalla polizia di Berlino
BERLINO - La ciclista di 44 anni che lunedì è stata investita da un camion betoniera a Berlino - e di cui si è parlato molto poiché alcuni attivisti hanno impedito l'arrivo sul luogo di un veicolo di soccorso - è stata dichiarata cerebralmente morta dai medici dell'ospedale in cui è in cura.
Lo ha reso noto oggi la polizia tedesca. Mercoledì, lo ricordiamo, la polizia ha sporto denuncia contro due degli attivisti del gruppo "Last Generation" (un 63enne e un 59enne) accusati di aver ostacolato i soccorsi.
Secondo il portavoce dei vigili del fuoco Rolf Erbe, il veicolo di soccorso (utilizzato per sollevare carichi pesanti) è rimasto bloccato in un ingorgo per un lasso di tempo «abbastanza rilevante», tanto da ritardare le operazioni di salvataggio della donna. Il Tagesspiegel ha calcolato nel dettaglio il viaggio del veicolo speciale, arrivando alla conclusione che tra i 7 e i 9 minuti sono stati persi nell'ingorgo causato dagli attivisti.
Vista l'urgenza della situazione, i soccorritori hanno dovuto improvvisare sul luogo dell'incidente.
In Svizzera, fino a tre anni di carcere
Anche in Svizzera le strade vengono regolarmente bloccate dagli attivisti per il clima. Fortunatamente, però, non si è mai verificato un caso così tragico come quello avvenuto in Germania.
Anche nel nostro Paese, i responsabili devono fare i conti con le conseguenze legali delle loro azioni: chi blocca la strada (e di conseguenza i soccorsi) rischia una pena detentiva fino a tre anni.