L'eurodeputata greca è stata sciolta da tutti i suoi incarichi. In 625 hanno votato a favore della fine del suo mandato
BRUXELLES - Niente da fare per Eva Kaili. L'eurodeputata, con 625 voti a favore, è stata destituita dalla carica di vicepresidente del Parlamento europeo.
La votazione, voluta dalla Conferenza dei presidenti del parlamento europeo martedì mattina, si è chiusa con più dei due terzi dei parlamentari favorevoli alla fine del mandato dell’eurodeputata greca. Una sola persona si è detta contraria e in due si sono astenute dal voto. A votare contro è stato il croato Mislav Kolakušić, mentre hanno preferito non esprimere la propria preferenza l'olandese Dorien Rookmaker e il tedesco Joachim Kuhs.
Al centro di uno scandalo che coinvolgerebbe anche il Qatar, la politica è stata interrogata e arrestata lo scorso venerdì. Colta in flagrante, con diverse centinaia di migliaia di euro in casa in pezzi da venti e da cinquanta, ha perso il diritto all'immunità parlamentare.
Secondo l'accusa, insieme a diverse altre persone, almeno quattro, avrebbe accettato dei soldi da «uno Stato del Golfo», sospettato molto fortemente di essere il Qatar, per prenderne le difese in Parlamento europeo. Eva Kaili aveva infatti difeso la posizione del Qatar in merito alla questione dei lavoratori, elogiando l'entrata in vigore del salario minimo e "dimenticandosi" di menzionare le migliaia di morti occorse durante la costruzione degli stadi che vengono utilizzati in questi giorni nell'ambito della Coppa del mondo.
Un milione e mezzo di euro in contanti - Ammonta a oltre un milione e mezzo di euro il totale delle banconote trovate dalla polizia belga nel corso delle perquisizioni alle abitazioni di Antonio Panzeri e dell'ex vicepresidente dell'Eurocamera Eva Kaili, entrambi agli arresti per il Qatargate.
Nel domicilio di Kaili viveva anche Francesco Giorgi, anche lui agli arresti. È quanto riportano i media belgi citando la polizia federale. Il computo comprende anche i contanti trovati nella valigia che il padre di Kaili aveva con sé mentre stava lasciando un albergo di Bruxelles.