I morti sfiorano ormai i 2'500
MARRAKECH - Il bilancio delle vittime del violento terremoto che ha colpito il Marocco venerdì notte è aumentato a quota 2'497: lo scrive il media marocchino Medias24, che cita il ministero dell'Interno. I feriti, aggiunge, sono almeno 2'476.
Secondo il nuovo bilancio ufficiale, tra le aree più colpite ci sono le province di Al Haouz con 1'452 vittime, Taroudant con 764 e Chichaoua con 202.
Seguono le province di Ouarzazate con 38 morti, Marrakech (18), Azilal (11) e la prefettura di Agadir (5). Nella Grande Casablanca si contano 3 vittime. Si segnalano decessi anche nelle province di Youssofia e Tinghir.
Una bimba nata poche ore dopo il sisma - È riuscita a sopravvivere una piccola messa al mondo qualche minuto prima che il terremoto colpisse il Marocco. Ha trascorso le sue prime ore di vita in una tenda sul bordo della strada e non ha ancora un nome. Lei e la mamma sono rimaste illese, ma dopo una breve visita per controllare che la neonata stesse bene, sono state costrette a lasciare l'ospedale solo tre ore dopo il parto, una storia che riporta la Bbc.
«Ci hanno comunicato che avremmo dovuto lasciare l'edificio a causa di possibili scosse di assestamento», racconta Khadija. Lei e il marito hanno tentato di prendere un taxi sabato all'alba per raggiungere la loro casa a Taddart, sulle montagne dell'Atlante, a circa 65 chilometri da Marrakech. Durante il viaggio hanno scoperto che le strade erano bloccate dalle frane e si sono fermati al villaggio di Asni.
La famiglia ha vissuto in una tenda a bordo della strada principale sino a oggi. «Non ho ricevuto alcun aiuto o assistenza dalle autorità» racconta la madre alla Bbc, proteggendo la bambina dal sole con un pezzo di tela. «Abbiamo chiesto alla gente delle villaggio qualche coperta per avere qualcosa con cui ripararci, abbiamo solo Dio».
La coppia è riuscita a costruire una tenda di fortuna. Khadjia racconta di avere solo un set di vestiti per cambiare la bambina. Gli amici hanno fatto sapere alla famiglia che la loro casa a Taddart ha subito gravi danni.
Ecco perché il Marocco non accetta gli aiuti - «Quando uno Stato è vittima di una catastrofe, spetta allo Stato stesso chiedere eventuali aiuti. È una questione di sovranità. Non spetta ai soccorsi internazionali precipitarsi in un Paese, a meno che non sia in stato di fallimento, come ad Haiti nel 2010»: lo spiega, in un'intervista a Le Monde, Sylvie Brunel, ex direttrice dell'associazione umanitaria "Action contre la faim», geografa alla Sorbona e specialista di Africa e questioni di sviluppo e carestie.
«Re Mohamed VI - continua l'esperta - vuole mantenere l'autorità sul Paese. È anche una forma di orgoglio nazionale. Mettetevi al posto del Marocco. In caso di catastrofe naturale in Francia, immaginate ong marocchine o americane che si precipitano? L'aiuto umanitario internazionale va sempre dai Paesi sviluppati in direzione dei non sviluppati. In quanto Paese emergente, che vuole essere interlocutore dell'Europa ed aspira a uno status di potenza regionale, Rabat vuole dimostrare che è sovrana, capace di pilotare i soccorsi e non comportarsi come un Paese povero devastato che tutti vanno pietosamente a soccorrere».