Il devastante rogo che ad agosto ha divorato l'isola si è riacceso a causa di un'ondata di calore
SANTA CRUZ DE TENERIFE - Apparentemente domato, ma mai davvero sopito. Il rogo che aveva imperversato ad agosto sull'isola di Tenerife si è ridestato in maniera esplosiva ieri pomeriggio ricominciando a divorare la macchia e a minacciare le abitazioni.
Stando a quanto riportato dal El Pais 3'000 persone sarebbero già state evacuate in maniera preventiva e i pompieri spagnoli si sarebbero mobilitati in forze, appoggiati anche da 6 elicotteri.
La zona interessata dalle fiamme, lo ricordiamo e la parte occidentale della punta nord dell'isola. Particolarmente interessati sono i borghi di Santa Urusula (2'400 persone) e di Pino Alto, a La Orotava (altre 600).
«L'incendio è ripartito dal sottobosco e ha iniziato ad attaccarsi alle piante, c'è molto fumo e questo non può che destare preoccupazione», ha commentato a caldo mercoledì Ivan Martín, direttore della Sicurezza e delle Emergenze dell'isola.
L'area solitamente più turistica della città, ovvero il sud dell'isola, è al momento risparmiata ed entrambi gli aeroporti funzionano normalmente.
Nella mattina di giovedì, le autorità hanno parato di «un evoluzione favorevole durante la notte», la situazione sarebbe quindi «sotto controllo» e le persone sfollate potranno tornare a casa «nelle prossime ore».
In questi giorni, sia Tenerife sia la vicina Gran Canaria, si trovano nel bel mezzo di un'ondata di caldo con temperature record per tutta la Spagna. La colonnina di mercurio è salita ben al di sopra dei 30 gradi.