Delle prove indicherebbero che delle denunce erano già state effettuate all'inizio dell'anno, ma nulla si sarebbe mosso
MALINDI - Undici ufficiali di polizia e alti funzionari governativi keniani sono stati accusati dalla commissione del Senato che indaga sul "massacro di Shakahola" e sulla cosiddetta "setta dei digiuni" del predicatore Paul Mackenzie.
L'accusa riguarda l'aver ignorato la gravità della situazione che ha portato ad almeno 428 morti, pur avendo saputo dell'attività illecita di Mackenzie dall'inizio dell'anno e aver ricevuto denunce per "radicalizzazione" e "segregazione".
«Le prove a disposizione della commissione indicano che il comitato per la sicurezza della contea di Kilifi era a conoscenza delle attività di Paul Mackenzie, ma non ha agito sulla base delle informazioni», si legge in parte nel rapporto, come riferisce il sito Kenyans.
Il predicatore, che chiedeva ai suoi seguaci, compresi bambini, di astenersi dal cibo fino alla morte «per poter vedere Gesù in paradiso», secondo il rapporto, avrebbe manipolato i suoi seguaci promettendo loro terre e sfruttandoli finanziariamente. Avrebbe anche creato un tribunale improvvisato, dove teneva processi sommari ai seguaci che si rifiutavano di rispettare il digiuno, impiegando una banda di persone armate.